ROMA - “È arrivata la bufera”. Non usa mezzi termini il Rapporto Italia curato da Eurispes, a proposito dei live show, rilevando che nel 2020, l’anno di inizio della pandemia per il Covid, in cui il comparto dello spettacolo italiano ha fatto registrare una perdita di 13 miliardi di euro, pari a circa il 70% del totale secondo i dati della Fondazione Centro Studi Doc. In Europa, il settore avrebbe perso 199 miliardi di euro, oltre il 30% del volume di affari in base alla stima di Ernst & Young.
Nell’anno precedente, le industrie culturali e creative in Italia rappresentavano il 3,4% del Pil, grazie a un valore aggiunto pari a quasi 60 miliardi di euro: un’industria che impiegava un milione di lavoratori. Includendo anche lo sport, si arrivava a 96 miliardi di euro e al 5,3% del Pil.
All’interno del comparto, i più colpiti sono stati la musica e le esibizioni dal vivo, con quasi il 90% di spettatori in meno nel 2020 per concerti, teatro e cinema; la spesa del pubblico è scesa del 70%.
Durante la pandemia i consumi culturali scesi del 47%
Il bilancio dello spettacolo in tempo di pandemia vede i consumi culturali degli italiani nel 2020 scendere del 47%. La spesa media mensile per famiglia è scesa da 113 euro nel dicembre 2019 a 60 euro nel dicembre 2020. Il comparto teatrale ha visto interrompere sia la stagione 2019-2020 che quella 2020-2021 e il 2020 segna un -64,8% di spettacoli messi in scena, -70,4% di ingressi, -77,7% di spesa al botteghino e -76,4% di spesa del pubblico.
Il cinema quello che ha pagato di più
Il tipo di spettacolo più sacrificato rispetto al periodo pre-pandemico è il cinema: la larga maggioranza degli intervistati riferisce di aver smesso di frequentarlo dall’inizio della pandemia (63,4%). Negativo anche il bilancio relativo al teatro, abbandonato dal 59% degli intervistati. Oltre la metà del campione ha inoltre rinunciato a viaggi di svago (55,4%) e ha perso l’abitudine di frequentare la palestra e/o la piscina (52,4%).
Il 64,5% degli intervistati dall’inizio della pandemia ha conosciuto meno persone nuove. In molti hanno perso amicizie perché è venuta meno, durante la pandemia, la possibilità di frequentarsi come prima (48,3%).
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