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Aci green way, la pista ciclabile "gioiello" che nessuno vuol gestire

Aci green way, la pista ciclabile "gioiello" che nessuno vuol gestire

Aci green way, la pista ciclabile “gioiello” che nessuno vuol gestire

di Adriano Zuccaro - Il Percorso ciclopedonale di Acireale (Ct) posto nel vecchio tracciato della ferrovia cerca “moglie”. Il Comune, attraverso un bando pubblicato il 27 novembre scorso e che si chiuderà il 28 dicembre, intende concedere il tracciato lungo circa 3,5 Km, in gestione ed uso, ad associazioni, cooperative, società, imprese individuali ed associate, enti, consorzi e raggruppamenti d’impresa. La riqualificazione dell’area, che ha necessitato lunghi e costosi interventi, può dirsi terminata; si attende solo il collaudo. Perché i cancelli sono ancora chiusi? Quando la cittadinanza potrà fruire del bene? Perché bisogna attendere l’interessamento dei privati? Il Comune non poteva agire autonomamente ed accorciare i tempi? Il QdS ha intervistato il sindaco di Acireale, Stefano Alì, il consigliere comunale, Ugo Trovato, appartenente al gruppo "La città che vogliamo", Sarah Leonardi, presidente di Legambiente Acireale e l’architetto Sebastian Carlo Greco, direttore dei lavori. L’architetto ha così brevemente descritto le operazioni svolte sul sito: “Le traversine, considerate rifiuto pericoloso, sono state rimosse insieme alla vegetazione infestante e alle canalette per i cavi elettrici. Pulizia, bonifica e messa in sicurezza, dunque, con parapetti in legno e rete metallica. È seguita l’operazione di illuminazione delle gallerie e poi la realizzazione della pista con il riuso del materiale presente in situ e con la compattazione dello stesso mediante la stabilizzazione di un materiale ecosostenibile che lo aggrega”. IL PERCORSO E IL PROGETTO “Il percorso presenta tre gallerie – dichiara il sindaco - che potrebbero rappresentare delle aree da controllare e vogliamo prevenire atti di vandalismo. É necessario prevedere l’apertura e la chiusura del tracciato e che ci sia un’associazione che se ne prenda carico anche per la manutenzione ordinaria (come viene fatto per tantissime strutture). Si pensi che il Comune di Acireale ha attualmente difficoltà a mettere i custodi nella Villa Belvedere (avendo in dote 380 dipendenti di cui 270 a tempo parziale) e non ha risorse economiche per aumentare l’impegno. Detto ciò, risulta evidentemente motivata la scelta di richiedere la gestione a terzi senza ulteriori costi per l’amministrazione ma dando la possibilità ai privati di trarre vantaggio economico. Si tratta di una pista molto bella. Chiediamo di rendere possibile l’apertura in alcuni giorni della settimana per far fruire delle bellezze l’utenza”.
Sarah Leonardi
La pista è davvero “molto bella” e lo è ancor di più il contesto entro cui è collocata. Lo spiega Sarah Leonardi: “Il percorso è un sentiero riconosciuto all’interno della Riserva naturale orientata ‘La Timpa’, quest’ultima, di ben 280 ettari, è in gestione al dipartimento per il territorio ambientale della regione siciliana (ex forestali). Il terreno della riserva è per il 99% su territorio privato, le uniche parti pubbliche sono una piccolissima area in zona Mortara, il sentiero delle Chiazzette e adesso proprio il vecchio tracciato ferroviario perché è stato acquistato dal Comune da RFI (nonostante le Ferrovie dello Stato hanno spesso concesso aree gratuitamente) per ben 300 mila euro. In merito ai lavori, la prima opera è stata la bonifica all’interno delle gallerie perché c’erano delle canalette per i cavi elettrici contenenti amianto; procedure molto costose che hanno inciso notevolmente sui fondi disponibili”. Ai costi citati se ne assommano altri e comunque permangono criticità. “Il progetto Aci green way è davvero un bel progetto – dichiara il consigliere Trovato – con una progettazione iniziale di un milione di euro che è poi stata tagliata del 40% rendendo il progetto carente in alcuni aspetti: il tracciato non è interamente illuminato (lo sono solo le gallerie) ed è quindi difficile da mantenere aperto la sera, inoltre non c’è un impianto di videosorveglianza. A monte non è stata fatta una relazione geologica e abbiamo riscontrato in alcuni punti che dalla strada statale arriva un fiume d’acqua che danneggia il terreno vegetale stabilizzato. La polemica che è in corso per la gestione ha un suo fondamento perché si tratta di un bene che necessita manutenzione costante per 3,5 km per corsia, altrimenti la vegetazione la farebbe da padrona.”. IL FUTURO Manutenzione e introiti per la gestione tengono banco per l’apertura del percorso ciclopedonale. È opinione diffusa, infatti, che ci siano nodi da sciogliere all’interno del bando.
Stefano Alì
“Il bando del Comune nasce dall’impossibilità di gestione da parte della stessa amministrazione. Abbiamo chiesto un processo partecipato di risorse finanziarie e umane. Tutto ciò purtroppo non è avvenuto e sta di fatto che è venuto fuori un bando impossibile da onorare da parte di qualsivoglia associazione o privato perché viene richiesta la manutenzione ordinaria del verde e dei canali di scolo imponendo l’accessibilità gratuita al sentiero, e su questo Legambiente è d’accordo! Così, però, le uniche forme di introito per le associazioni possono derivare dall’attivazione di un chioschetto per le bevande e da attività aggiuntive che nel periodo che stiamo vivendo sono difficilmente praticabili e comunque da organizzare in un sentiero di difficile accesso e non collegato ad altre arterie stradali: terminato il percorso si può solo tornare indietro. Una manutenzione ordinaria di base costerebbe all’associazione almeno 10 mila euro. Come un’associazione no profit dovrebbe avere un rientro da tali spese? Noi immaginiamo che al 28 dicembre il bando andrà deserto. Da un lato me lo auguro perché sarebbe una chiave di volta per far comprendere che il bando non è stato pensato a dovere. Proponiamo una tavola rotonda che dia oneri e responsabilità condivise; un unico ente non può riuscire nell’impresa”.
Ugo Trovato
Opinione condivisa dal consigliere Trovato che rilancia: “Sostengo che sia necessario fare una gara di manutenzione annuale con un’impresa addetta a pulire perché le associazioni che dovrebbero prendersi l’onere della manutenzione avrebbero anche acqua e Tari da pagare e non riuscirebbero a mantenersi; in questo sono d’accordo con Sarah Leonardi.  Il mio gruppo avvierà una proposta di revisione del bando per mantenere l’opera aperta tutta la settimana e non solo nei weekend (come è previsto) e per consentire al più presto la fruizione da parte dei cittadini”. Il Sindaco sostiene le scelte dell’Amministrazione: “Qualche associazione ha già chiesto di poter visitare i luoghi prima di poter partecipare al bando. Si tratta di fare la manutenzione per 3,5 Km con una superficie che non è larghissima. Ogni associazione è e sarà libera di fare la propria analisi e deciderà se è un’attività che può svolgere o meno. Avviare e concludere i lavori è stato un processo complicato. Alcuni privati accampano dei diritti di usucapione sul percorso ma è chiaro che una pista ciclabile è incompatibile col transito di autoveicoli. Il primo giudizio si è risolto a vantaggio del Comune ma non nel merito. C’è dunque un problema aperto su quest’opera. Sicuramente apriremo il prima possibile ma serve il collaudo dei lavori e la chiusura del bando per la concessione in gestione”. L’architetto precisa: “I lavori sono stati ultimati in attesa del certificato di regolare esecuzione che entro i tre mesi dalla fine dei lavori deve essere emesso dal sottoscritto (il direttore dei lavori può fare il collaudo essendo l’importo inferiore al milione di euro). I lavori, a meno di aspetti di dettaglio, sono terminati il 31 ottobre e poi sono stati dati 20 giorni per ultimarli. Credo che l’iter amministrativo entro la fine di gennaio deve essere chiuso”. Adriano Agatino Zuccaro

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