L’inverno appena trascorso, segnato da piogge abbondanti, ha favorito un recupero significativo delle riserve idriche in Sicilia, alimentando ottimismo in vista della stagione estiva ormai alle porte. Tuttavia, si tratta solo di un miglioramento apparente. Nonostante i progressi rispetto ad aprile 2024, i dati dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia mostrano che il livello complessivo delle riserve resta ben al di sotto degli standard degli anni precedenti.
Attualmente, i principali invasi dell’isola raccolgono complessivamente 374 milioni di metri cubi d’acqua, in aumento rispetto ai 310 milioni dell’aprile 2024, ma ancora lontani dai 484 milioni del 2023 e ancor più dai 595 milioni del 2022. In soli tre anni, le riserve si sono quasi dimezzate, segnalando un trend allarmante nonostante l’inversione di rotta dell’ultimo anno.
Alcuni invasi recuperano, altri crollano
Tra le strutture con i migliori risultati spiccano la diga Ancipa – che nel 2025 supera i livelli del 2022 – e gli invasi di Lentini, Nicoletti, Rubino e Sciaguana, che mostrano tutti segnali di ripresa. L’invaso Gornalunga è tornato ai livelli precedenti, ma la situazione resta critica in molte altre aree.
È il caso dell’invaso Poma, crollato da 70 a 28 milioni di metri cubi in tre anni, o del Pozzillo, sceso da 64 a 32 milioni. Ancora peggio l’invaso Arancio, che registra un drammatico calo da 22 a poco più di 8 milioni. Un ulteriore elemento di criticità è dato dalla destinazione delle acque: una quota significativa viene impiegata per usi agricoli e industriali, lasciando solo una parte ridotta disponibile per il consumo potabile.
Aprile, comunque, ha segnato un miglioramento: rispetto a marzo, le riserve complessive sono cresciute del 20%, con un incremento di 30 milioni di metri cubi in soli 30 giorni.
La Regione siciliana resta in allerta
Nonostante il parziale recupero, la cabina di regia regionale per l’emergenza idrica non abbassa la guardia. Dei volumi complessivi oggi disponibili, solo un terzo potrà essere destinato all’uso potabile, tenendo conto anche delle esigenze del comparto agricolo.
Per questo motivo, l’ingegnere Salvatore Cocina, a capo della struttura emergenziale, ha invitato i sindaci a predisporre ordinanze restrittive sull’uso dell’acqua potabile, limitandola a scopi domestici e igienico-sanitari. Al contempo, si chiede agli enti locali di attivarsi per individuare nuove fonti di approvvigionamento, iniziative che saranno attentamente valutate e sostenute dalla cabina di regia.
Il messaggio è chiaro: la crisi non è superata. E l’estate si preannuncia, ancora una volta, sotto il segno della siccità.
Lascia una risposta