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Case green, cosa prevede la direttiva dell’Ue

Case green, cosa prevede la direttiva dell’Ue

Case green, cosa prevede la direttiva dell’Ue

Il vero terremoto per le precarie condizioni energetiche del nostro Paese arriva dall’ultima direttiva Ue sulle case green, ovvero la 2018/844/UE. La norma stabilisce che ogni nazione della comunità dovrà stabilire standard minimi di efficienza energetica per gli edifici del proprio territorio entro il 2027 e, per di più, attuarli a partire dal 2030.

Se è vero che si tratta ancora di una bozza di documento che, in virtù degli iter procedurali previsti dalla Commissione Ue, avrà ancora bisogno di parecchi mesi prima di giungere alla versione definitiva, nella sua bozza contiene già dei punti piuttosto chiari.

L’obiettivo è tagliare gli sprechi energetici di almeno il 25%. La prima tappa prevede che nei prossimi 7 anni, più nel dettaglio entro l’1 gennaio 2030, tutti gli immobili residenziali dovranno essere convertiti nella classe energetica E e, entro il 2033, raggiungere la classe D. Si tratta di un vera e propria linea d’azione che sembra obbligatoria, che mira ottenere emissioni zero entro il 2050, passando per cappotti termici, sostituzione infissi, caldaie a condensazione e pannelli solari. Tutto per ottenere una sorta di bollino green Ue, in assenza del quale sarà ogni singolo paese a dover stabilire le eventuali sanzioni, come la perdita di valore degli immobili non a norma.

Proprio in questi giorni si è discusso di possibili esenzioni dalla misura che dovrebbero riguardare le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti e le chiese ma anche le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati. Al di là delle possibili modifiche o deroghe rispetto a quanto stabilito dall’Ue, rimane aperta la spinosa questione su chi dovrà assumersi l’onere economico di procedere alle ristrutturazioni richieste.

Mentre la crisi climatica corre sui binari dell’innalzamento delle temperature e del livello del mare, la crisi economica morde i cittadini. Servono certezze di incentivi statali facilmente accessibili e alla portata di tutti e questo, allo stato attuale, sembra un’utopia se si considera che ancora famiglie, imprese e professionisti del settore sono incagliati nel blocco dei crediti del Superbonus.

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