Crisi idrica a Trapani: invaso Garcia quasi prosciugato, l’Ati chiede stop ai prelievi

Crisi idrica a Trapani: invaso Garcia quasi prosciugato, l’Ati chiede stop ai prelievi

Crisi idrica a Trapani: invaso Garcia quasi prosciugato, l’Ati chiede stop ai prelievi

La provincia di Trapani sta vivendo una delle peggiori crisi idriche degli ultimi decenni. La siccità prolungata e il crollo delle riserve negli invasi minacciano l’approvvigionamento di acqua potabile per migliaia di cittadini e mettono in ginocchio anche il settore agricolo.

Invaso Garcia sotto i 12 milioni di metri cubi

Secondo i dati dell’Autorità di bacino della Regione Siciliana, l’invaso Garcia – parte del sistema Montescuro Ovest – è sceso sotto i 12 milioni di mc, a fronte di una capacità di 80 milioni. In un solo mese sono stati prelevati 4 milioni di mc.

L’Ati di Trapani avverte: continuare a utilizzare l’acqua del Garcia per l’irrigazione rischia di compromettere la disponibilità idrica per usi potabili, con conseguenze igienico-sanitarie e di ordine pubblico.

L’appello dell’Ati: stop ai prelievi irrigui

Il presidente dell’Ati, Francesco Gruppuso, ha inviato una lettera al presidente della Regione Renato Schifani e alle autorità competenti, chiedendo:

  • sospensione immediata dei prelievi irrigui dal Garcia;

  • priorità assoluta al consumo umano;

  • mantenimento del divieto fino al recupero dei livelli d’acqua dopo le piogge invernali;

  • azioni straordinarie per evitare una crisi sanitaria.

Dissalatore di Trapani: la proposta di ampliamento

Il dissalatore di Trapani entrerà in funzione a fine novembre, con una capacità di 96 litri al secondo: un contributo importante ma insufficiente. L’Ati propone di ampliarlo fino a 300 litri al secondo, installando due nuovi moduli, per ridurre la pressione sugli invasi e garantire la sicurezza idrica provinciale.

“Tutela dell’acqua potabile prioritaria”

“Occorre intervenire con la massima celerità per mitigare questa emergenza – scrive Gruppuso –. La tutela del diritto all’acqua potabile deve prevalere su qualsiasi altro utilizzo”.

Una scelta difficile per un territorio a forte vocazione agricola, ma necessaria per evitare il collasso del sistema sociale ed economico della provincia.

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