Da Palermo ad Aci Castello: ecco i 10 punti più inquinati nelle coste siciliane

Da Palermo ad Aci Castello: ecco i 10 punti più inquinati nelle coste siciliane

Da Palermo ad Aci Castello: ecco i 10 punti più inquinati nelle coste siciliane

Sono stati ben 26 i punti campionati sulle coste siciliane dai volontari e dalle volontarie dei Circoli di Legambiente tra il 28 giugno e l’8 luglio. Del totale dei punti di prelievo, 16 punti sono risultati entro i limiti di legge, mentre i restanti 10 punti (38%) presentano serie criticità rispetto ad una scarsa ed inefficiente depurazione. Oggi a bordo di Goletta Verde ormeggiata al Porto di Trapani si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dei dati sulla qualità delle acque monitorati dai volontari di Legambiente lungo le coste della Sicilia. A prendere parte all’incontro Alice De Marco, portavoce di Goletta Verde, Giuseppe Alfieri, ufficio presidenza Legambiente Sicilia e Maurizio Arcidiacono, Responsabile CONOU Coordinamento Area Nord-Ovest.

I punti analizzati in Sicilia

Si conclude oggi la tappa in Sicilia di Goletta Verde, partita dalla Liguria il primo luglio. Oltre alla denuncia della cattiva depurazione dei reflui, la campagna ha al centro la lotta alla crisi climatica, la promozione delle rinnovabili, a partire dall’eolico offshore, e la tutela della biodiversità. Partner principali della campagna il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, ANEV, Novamont e Renexia, partner AIPE e media partner La Nuova Ecologia. Sono stati prelevati e analizzati: 1 punto nella provincia di Messina; 10 punti nella provincia di Palermo; 4 punti nella provincia di Trapani; 3 punti in quella di Agrigento; 3 punti su Catania; 2 punti rispettivamente su Caltanissetta e su Siracusa; 1 punto su Ragusa. Scendendo ancora in una descrizione di dettaglio dell’attività svolta, secondo un programma scientifico consolidato negli ultimi 10 anni di attività, specifichiamo che 9 punti sono stati campionati presso le foci di fiumi e punti critici della costa, mentre i restanti 17 sono stati campionati a mare.

I punti fortemente inquinati

Nello specifico i punti risultati oltre i limiti nell’indagine sono: 4 punti fortemente inquinati nella provincia di Palermo, il punto presso via Messina Marine 391/a presso lo sbocco dello scarico in via Armando Diaz a Palermo; il punto a Terrasini, lungomare Peppino Impastato presso la spiaggia della Praiola; il punto tra Terrasini e Trappeto, località contrada San Cataldo, presso la foce del torrente Nocella; sempre nel comune di Trappeto, in località San Cataldo, presso la foce del torrente Pinto; 1 punto fortemente inquinato nella provincia di Trapani a Castelvetrano, nella frazione di Marinella di Selinunte presso lo scarico del depuratore; 3 punti fortemente inquinati nella provincia di Agrigento, uno nel comune di Licata alla foce del fiume Salso, uno nel comune di Palma di Montechiaro, foce del fiume Palma e uno nel comune di Sciacca, località Stazzone, foce del torrente Cansalamone; 1 punto fortemente inquinato nella provincia di Catania, nel comune di Aci Castello località Aci Trezza sul lungomare Galatea; 1 punto inquinato nella provincia di Messina a Barcellona Pozzo di Gotto, località Catone, foce del torrente Patrì.

Meno del 18% degli impianti in Sicilia è a norma

“Anche quest’anno, Goletta Verde con i suoi campionamenti in Sicilia – sottolinea – Giuseppe Alfieri, Ufficio di presidenza Legambiente Sicilia – ci mostra un quadro critico in molti tratti di costa, soprattutto in prossimità delle foci di alcuni fiumi e torrenti, come riporta ad esempio il monitoraggio alla foce del torrente Nocella o quello alla foce del fiume Palma a Palma di Montechiaro. Come sempre, il tema principale è quello della mancata o della inefficiente depurazione delle acque reflue in molti comuni costieri siciliani o in quei comuni che pur non essendo sulla costa si trovano a ridosso dei torrenti che poi impattano direttamente a mare. Un problema che ci costa ogni anno centinaia di migliaia di euro in sanzioni – aggiunge Giuseppe Alfieri -. Va ricordato che poco meno del 18% dei 438 impianti di trattamento delle acque reflue urbane in Sicilia è a norma, mentre gli altri sono privi di autorizzazione, con autorizzazione scaduta o hanno ricevuto un diniego allo scarico”.

De Marco (Goletta Verde): “Occorre uno sforzo da parte di tutti”

“I risultati in Sicilia confermano un trend non particolarmente differente dagli anni precedenti. Alcune criticità persistono e dimostrano la necessità di tenere sempre alta la soglia d’attenzione e di monitoraggio- sostiene Alice De Marco, portavoce Goletta Verde – La Sicilia è una delle regioni italiane con una vasta quantità di beni relativi al patrimonio culturale, naturalistico e ambientale da non disperdere in grado di esprimere assolute eccellenze nel panorama del nostro Paese. Occorre uno sforzo in più da parte di tutti per preservarne la biodiversità, superare i problemi legati a dissesto idrogeologico e alla cattiva o mancata depurazione, da sempre, causa principale dell’inquinamento delle nostre acque. Speriamo che con i 61,6 milioni di euro destinati alla Sicilia dai fondi del PNRR specifici sulla depurazione le cose possano velocemente migliorare nel giro di pochi anni rendendo gli impianti di depurazione luoghi produttivi anche al fine di consentire il riutilizzo delle acque di scarico depurate per l’irrigazione o per scopi industriali”.

Nell’isola recuperato oltre 10 mila tonnellate di olio usato

Il CONOU, Consorzio Nazionale Oli Usati, rinnova ancora la sua storica partnership per la campagna estiva di Legambiente. Da 39 anni il Consorzio è protagonista dell’economia circolare italiana assicurando la raccolta e l’avvio a rigenerazione degli oli lubrificanti usati in tutto il Paese. Grazie alla filiera del Consorzio questo rifiuto si trasforma in una preziosa risorsa tornando a nuova vita: oltre il 98% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Lo scorso anno il Consorzio ha recuperato in Sicilia 10.434 tonnellate di olio usato.

“Continuare il nostro impegno nella tutela dell’ecosistema, compresa la preservazione dello stato di salute delle acque, rappresenta per il CONOU e la sua Filiera un imperativo quotidiano che sposa appieno la mission ambientale del Consorzio. Oggi siamo chiamati tutti, senza indugio, a fare in modo che la natura e le sue ricchezze restino un bene comune disponibile per le future generazioni; questo si chiama sostenibilità’, afferma Maurizio Arcidiacono, Responsabile CONOU Coordinamento Area Nord-Ovest, che aggiunge: “Il Consorzio non solo evita la dispersione nell’ambiente del lubrificante usato, cioè un rifiuto pericoloso, ma al 100% lo rigenera dandogli nuova vita; e questo si chiama Economia Circolare realizzata. Dal 1984 il CONOU ha raccolto oltre 6,5 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato: Il 99% degli oli usati sono oggi avviati a rigenerazione, un risultato che fa del Consorzio una Eccellenza in Europa”.

redazione

Articoli simili

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi