Discarica Oikos a Motta Sant’Anastasia: il Cga riapre il caso, si va verso una nuova valutazione

Discarica Oikos a Motta Sant’Anastasia: il Cga riapre il caso, si va verso una nuova valutazione

Discarica Oikos a Motta Sant’Anastasia: il Cga riapre il caso, si va verso una nuova valutazione

A distanza di oltre un anno dalla sentenza che sembrava aver messo la parola fine al contenzioso sulle autorizzazioni ambientali delle discariche di Oikos a Motta Sant’Anastasia, la vicenda torna in discussione. Il Consiglio di giustizia amministrativa (CGA) ha accolto il ricorso per revocazione presentato dalla società della famiglia Proto, riaprendo così il procedimento giudiziario.

Nel 2023, lo stesso Cga aveva annullato le autorizzazioni ambientali (AIA) rilasciate a Oikos a partire dalla fine degli anni Duemila, mettendo in evidenza diverse criticità. Tuttavia, secondo i legali dell’azienda, la decisione si basava su errori materiali e valutazioni non corrette.

Perché è stata accolta la revocazione

Il ricorso per revocazione è stato accolto su due punti chiave:

1. La particella 131: il nodo della titolarità

Uno degli aspetti più contestati riguarda la particella catastale 131, un terreno di circa un ettaro usato per l’abbancamento dei rifiuti ma che, secondo i ricorrenti, non era legittimamente incluso nelle autorizzazioni. La difesa di Oikos si è fondata sull’esistenza di una mappa tecnica – la “Tavola 3” – che includerebbe la particella nel progetto. Tuttavia, la precedente sentenza del CGA ne aveva invalidato la forza probatoria per assenza di data di presentazione o deposito.

Dall’analisi attuale emerge che tutti i documenti allegati al progetto erano privi di data, non solo la Tavola 3. Dunque, secondo il CGA, la sentenza originaria si sarebbe basata su un falso presupposto fattuale.

2. Distanza dai centri abitati e questione di costituzionalità

Il secondo punto riguarda il rispetto della distanza minima di 3 km dai centri abitati, come stabilito dalla normativa regionale. Oikos aveva sollevato una questione di legittimità costituzionale su tale disposizione, richiamando una precedente sentenza della Corte costituzionale (n. 272/2020) relativa a una norma simile nelle Marche.

Nella decisione del 2023, però, il CGA non aveva preso in esame tale eccezione, né l’aveva menzionata. Oggi i giudici ammettono che questa omissione è rilevante e che la questione dovrà essere approfondita nel nuovo giudizio di merito.

Cosa succede adesso: verso una nuova udienza

La riapertura del procedimento comporta che il CGA dovrà fissare una nuova udienza, in cui le parti – Oikos da un lato, e i Comuni di Motta Sant’Anastasia, Misterbianco e Legambiente dall’altro – torneranno a discutere sul merito della vicenda.

Nel frattempo, l’attività della discarica Valanghe d’Inverno prosegue: Oikos continua ad abbancare rifiuti grazie a un’autorizzazione temporanea concessa nel 2023 dallo stesso Cga, subordinata al versamento di una cauzione da 1 milione di euro.

Nuovi progetti in vista: Tiritì e Valanghe d’Inverno

Nel frattempo, la società Proto guarda avanti e rilancia con due nuove proposte progettuali:

  • Riattivazione degli impianti di contrada Tiritì, con funzioni di trattamento dei rifiuti indifferenziati destinati ai termovalorizzatori;

  • Riconfigurazione e ampliamento della discarica Valanghe d’Inverno, che prevede anche un intervento di landfill mining per il recupero ambientale della vecchia discarica comunale adiacente.

L’obiettivo è chiaro: ottenere nuovi volumi per il deposito dei rifiuti, ampliando la capacità operativa degli impianti.

Una vicenda ancora lontana dalla conclusione

Quella che sembrava una storia chiusa si riapre con nuovi colpi di scena e interrogativi. Il contenzioso sulle discariche gestite da Oikos continua ad avere forti implicazioni ambientali, legali ed economiche per il territorio etneo. La prossima udienza sarà decisiva per stabilire se l’azienda potrà mantenere – e potenzialmente espandere – le proprie attività a Motta Sant’Anastasia.

Simone Olivelli

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