AUGUSTA (SR) - Legambiente Augusta, alla luce del recente sversamento di gasolio verificatosi all’interno della rada megarese davanti al pontile della società Maxcom, chiede lo spostamento dei depositi della Maxcom in altra area e preannuncia la costituzione di parte civile nell’eventualità di un procedimento giudiziario contro i responsabili della vicenda.
Come ormai noto, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorsi si è verificata la rottura della manichetta flessibile del pontile attraverso la quale una nave petroliera stava in quel momento scaricando gasolio nei serbatoi di terra della società Maxcom, proprietaria del pontile e del deposito che si trova tra le abitazioni del popoloso quartiere Borgata.
“Legambiente chiede da decenni la delocalizzazione dei serbatoi in altra area portuale - dichiara Enzo Parisi di Legambiente Augusta - ma, nonostante la richiesta fosse stata accolta e lo spostamento inserito sin dal 1995 nelle azioni del Piano di Risanamento Ambientale, il deposito è finora rimasto nel perimetro urbano e anzi l’azienda nel 2020 ha presentato istanza per un ulteriore allungamento del pontile”.
“Per quanto il personale di bordo e di terra dopo la rottura della manichetta possa essere intervenuto con prontezza per fermare le operazioni di discarica, - prosegue l’ambientalista - è intuibile che un ragguardevole quantitativo di gasolio è stato sversato in mare e lo comproverebbero sia il fatto che la popolazione di Augusta – specie quella residente in prossimità della zona – ha avvertito intensi miasmi e lamentato molestie olfattive, sia la presenza di ampie chiazze di idrocarburo sparse, oltre che in zona pontile Maxcom, in diversi ambiti del porto e anche all’interno della foce del fiume Mulinello”.
“La rottura di una manichetta flessibile per la movimentazione di prodotti chimici e petroliferi è un evento grave per i rischi che esso comporta per gli addetti e per il danno ambientale che produce – aggiunge Parisi - . Proprio per questo le norme internazionali prevedono che le manichette siano certificate e sottoposte periodicamente a controlli da parte degli enti competenti per evitare che usura, lesioni occulte, accidentali traumi inavvertiti, errato impiego, sovrappressioni, ecc. ne possano determinare la rottura e la fuoriuscita di prodotti pericolosi e inquinanti. Ciò che è accaduto al pontile Maxcom deve perciò essere indagato ed analizzato approfonditamente per accertare cause e responsabilità di un incidente che ha provocato danni ambientali le cui dimensioni sono ancora da verificare”.
“Alla luce di quanto avvenuto - conclude il responsabile di Legambiente Augusta - nel ribadire che la delocalizzazione del deposito Maxcom è un obiettivo prioritario per restituire sicurezza e salute agli abitanti di Augusta, Legambiente dichiara sin d’ora che si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario eventualmente avviato nei confronti dei responsabili e chiede al ministero dell’Ambiente e al sindaco di Augusta di fare altrettanto e reclamare il risarcimento dei danni ambientali”.
Luigi Solarino
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