L’inserimento delle operazioni R13 ed R12 permetterebbe di deviare i rifiuti in uscita dal pretrattamento meccanico verso impianti di recupero energetico, anziché destinarli direttamente alla discarica. Con queste parole, Oikos ufficializza la sua intenzione di inserirsi nel nuovo business della gestione dei rifiuti: trattare l’indifferenziata e inviarla ai termovalorizzatori. Un flusso che da anni lega la Sicilia all’estero e che continuerà ancora per molto.
Il progetto della società della famiglia Proto, amministrata da Salvatore Sudano, rischia di riaccendere polemiche mai sopite. La questione delle autorizzazioni per la discarica tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco è ancora aperta, con il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) chiamato a esprimersi sulla richiesta di revocare la sentenza che ha annullato i permessi.
Ma se il nodo giudiziario riguarda Valanghe d’Inverno, ancora in funzione, il nuovo progetto di Oikos interessa l’impianto di Tiritì, chiuso da quasi un decennio e considerato ormai inattivo. L’azienda, però, ha piani diversi.
Il ritorno del trattamento meccanico
Oikos ha richiesto il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata nel 2008, con l’aggiunta del via libera per trattare i rifiuti in funzione del loro utilizzo nei termovalorizzatori. Il progetto prevede anche la creazione di un’area filtro per ridurre le emissioni odorose e l’impiego di macchinari per diminuire il volume dei rifiuti.
L’impianto ha operato dal 2010 al 2016, fino alla chiusura della discarica di Tiritì. “L’impianto è rimasto in efficienza grazie a continue manutenzioni”, si legge nella documentazione presentata da Oikos alla Regione. Secondo la società, oggi ci sarebbero tutte le condizioni per riavviarlo: “È perfettamente funzionante, come verificato dagli enti di controllo, l’ultimo dei quali ha effettuato un sopralluogo il 15 aprile 2024.”
Le garanzie di Oikos
Il documento tecnico, redatto dal progettista Massimiliano Sudano con il supporto dei consulenti Giorgio Bonuso e Giuseppe Puleo, precisa che Oikos non intende aumentare i quantitativi di rifiuti trattati né modificarne la tipologia. Inoltre, la società dichiara di non essere più interessata alla produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario): “Le condizioni di mercato sono cambiate e la ditta non ritiene più strategica questa opzione.”
La questione delle distanze dai centri abitati
Uno dei punti più contestati negli anni è stata la vicinanza degli impianti ai centri abitati di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
Oikos affronta la questione nella relazione presentata alla Regione, affermando che il criterio della distanza minima di tre chilometri non dovrebbe essere applicato agli impianti esistenti: “L’impianto si trova a circa 830 metri da Misterbianco e 1.600 da Motta. Tuttavia, secondo il Piano Rifiuti Regionale, il rinnovo dell’autorizzazione può essere concesso previo parere favorevole delle autorità competenti e l’adozione di misure di mitigazione e compensazione.”
Inoltre, Oikos richiama una nota del Dipartimento Regionale Rifiuti, che nel 2023 ha effettuato un’ispezione all’impianto: “Gli organi di controllo non hanno riscontrato criticità ambientali né violazioni delle autorizzazioni vigenti. Questa circostanza permette di proseguire con l’iter amministrativo per il rilascio del titolo abilitativo.”
Le falde di Tiritì e il pronunciamento del Tar
Nonostante il progetto riguardi solo il trattamento meccanico e non la discarica – ormai satura – Tiritì è tornata al centro dell’attenzione per una recente sentenza del Tar.
La Regione aveva chiesto a Oikos di effettuare analisi sulle falde acquifere per verificare la presenza di inquinanti. La società ha contestato l’obbligo di sostenere i costi delle analisi, sostenendo che non vi fosse un nesso diretto con la sua precedente attività a Tiritì. Il Tar ha accolto il ricorso, ritenendo che la Regione non avesse motivato adeguatamente il collegamento tra l’inquinamento e l’operato di Oikos.
Un progetto che farà discutere
La proposta di riattivare l’impianto di Tiritì riapre un dibattito mai chiuso sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. Da un lato, Oikos punta sul recupero energetico per inserirsi in un mercato in crescita. Dall’altro, restano aperte questioni ambientali e legali che potrebbero complicare l’iter autorizzativo.
Simone Olivelli
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