PALERMO - Non sarebbero confortanti i primi dati emersi dai dodici carotaggi effettuati per verificare il livello di inquinamento nella zona verde del Parco Cassarà, quella che per la Magistratura avrebbe maggiori chance di essere riaperta al pubblico perché giudicata meno pericolosa per la salute umana. A rivelarlo è stato il dirigente del Servizio Ambiente Francesco Fiorino durante una seduta telematica della Terza Commissione consiliare.
I carotaggi sono essenziali per indicare gli indici delle sostanze inquinanti presenti nel sottosuolo e nella falda acquifera e per procedere alla successiva bonifica. Dopo anni di tira e molla, gare di appalto annunciate e poi ritirate, fondi da scovare tra le pieghe del bilancio, ritardi e rinvii, il bando per i carotaggi è stato pubblicato a maggio 2020. I lavori sono stati consegnati a dicembre e sono terminati a febbraio di quest’anno. Il parco è chiuso dal 2014 e attualmente è diviso in tre zone: una verde, estesa circa 15 ettari e accessibile da corso Pisani, una rossa inibita al pubblico e una gialla, che fa da cuscinetto tra le due.
“I risultati - ha ammesso Fiorino - non sono stati quelli che ci aspettavamo. I prelievi sono stati già esaminati e ci sono i risultati delle analisi che l’Ufficio Ambiente ha trasmesso alla Regione e al momento sono all’esame del Dipartimento Acque e Rifiuti e dell’Arpa, che ha la competenza principale tra i vari Enti, oltre all’Asp. C’è effettivamente qualche superamento (dei livelli massimi consentiti, nda), in particolare nella falda acquifera sotterranea. Ma non voglio sbilanciarmi prima che si pronunci l’Arpa”.
“Si farà un’analisi del rischio - ha aggiunto il dirigente - per capire se la situazione nella falda e nel sottosuolo è paragonabile a quella del territorio e dell’intera falda palermitana o se ci sono problematiche specifiche. Da queste valutazioni si capirà se bisogna procedere con una caratterizzazione ancora più approfondita delle sostanze inquinanti, con tempi sicuramente non brevi, oppure se si può ipotizzare un percorso più agevole e arrivare alla riapertura di questa parte del parco. Per quanto riguarda i problemi nel sottosuolo, non sono diffusi ma limitati a due o tre punti specifici. Per quanto riguarda la falda, invece, le problematiche sono diffuse. Ci sono già state alcune riunioni e ce ne saranno altre da qui a giugno”.
ORTO BOTANICO - Per un polmone verde che attende da anni il momento della rinascita, un altro che invece si prepara a estendere i propri confini. Si tratta dell’Orto Botanico, che grazie al bando “Il Mediterraneo, ovunque”, pubblicato dalla Fondazione Radicepura e dedicato alla memoria dell’architetta e docente universitaria palermitana Rosanna Pirajno, realizzerà un progetto di ampliamento in un’area di 13 mila metri quadri donata nel 2016 da Unicredit. L’area oggetto del bando, o meglio “call for ideas”, si trova tra la via Tiro a Segno, che la separa dal confine sudorientale dell'Orto, e il corso del Fiume Oreto. Alla call possono partecipare singole professioniste o team con una prevalente partecipazione femminile (a firma di un capogruppo donna) di architetti del paesaggio, agronomi, garden designer, botanici, urbanisti e ingegneri. Il termine ultimo per la presentazione elettronica delle candidature è il 30 agosto 2021 a mezzogiorno.
La proposta dovrà prevedere la realizzazione di otto aree: cinque settori esemplificativi delle diverse vegetazioni di macchia mediterranea del mondo (macchia tipica del Mediterraneo, Fynbos del Sudafrica, Chaparral dell'America del Nord, Matorral del Cile e Mallee dell'Australia); un boschetto ripariale a confine con il Fiume Oreto; un'area per la conservazione delle specie endemiche o rare minacciate di estinzione della flora vascolare siciliana e della regione mediterranea; e un cavalcavia pedonale che colleghi la nuova area all’Orto esistente. Inoltre dovranno essere inclusi: una serie di percorsi pavimentati e permeabili e di percorsi carrabili per la manutenzione; un’area di sosta, inclusi arredi e zone di riparo; una recinzione esterna di mitigazione del confine est, tenendo conto di eventuali muri storici; una pista ciclopedonale con almeno una corsia per direzione. Per il progettista vincitore un premio di 5.000 euro messo a disposizione da weTree.
Gaspare Ingargiola
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