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Piogge devastanti in Sicilia, Orifici, “Pochi spazi verdi e troppe case”

Piogge devastanti in Sicilia, Orifici, “Pochi spazi verdi e troppe case”

Piogge devastanti in Sicilia, Orifici, “Pochi spazi verdi e troppe case”

Michele Orifici, presidente di Sigea Sicilia (Società italiana di geologia ambientale), fornisce al Qds una lettura dei dati sul verde urbano e parla di strategie per mitigare gli allagamenti e del ruolo cruciale delle aree interne.

“Al posto di fabbricati fatiscenti creare spazi e aumentare le aree verdi. In Sicilia situazione critica a causa dell’eccessiva urbanizzazione”

In che modo il verde urbano può mitigare il dissesto idrogeologico? Quali azioni “green” dovrebbero intraprendere i sindaci?

“Più viene impermeabilizzato il suolo e più le acque non vengono assorbite dal terreno con deflusso superficiale e rischio di allagamenti nel contesto urbano. Sul consumo di suolo i dati parlano chiaro. Per mitigare il fenomeno laddove si realizzano delle pavimentazioni bisogna utilizzare tecniche innovative che consentono l’assorbimento del suolo. Oggi ci sono dei sistemi permeabili che si utilizzano in modo particolare nei parcheggi dei centri commerciali e che vengono prescritti nelle autorizzazioni. Questa sensibilità sta iniziando ad aumentare ma siamo molto lontani dagli obiettivi che bisogna imporsi. Con gli obblighi di legge dal punto di vista idraulico quando viene approvato un progetto viene chiesta una verifica per valutare se la nuova struttura può alterare l’equilibrio idraulico e idrogeologico dell’area in cui insiste, si tratta del principio di invarianza idraulica. Secondo quest’ultimo, bisogna prevedere delle vasche per contenere le acque e distribuirle gradualmente nei recapiti naturali o dei sistemi di assorbimento al suolo. Tutto ciò deve passare da una maggiore sensibilità da parte degli uffici dei comuni e degli enti preposti per garantire un equilibrio idraulico ed evitare un sovraccarico di deflusso superficiale durante le piogge in un periodo in cui gli eventi climatici hanno portato piogge concentrate in un lasso di tempo brevissimo e siccità per lunghi periodi”.

Demolire gli edifici abbandonati e prevedere aree verdi al loro posto può essere una strategia vincente? In che modo si può "combattere" l'eccessiva urbanizzazione?

“Assolutamente sì, è una strategia vincente. Nei piccoli comuni montani lo spopolamento è stato accentuato negli ultimi decenni e oggi ci ritroviamo con fabbricati fatiscenti che non vuole più nessuno e non vengono valorizzati. In questi casi l’ideale sarebbe creare degli spazi e aumentare le aree verdi. La situazione delle città siciliane è critica proprio in virtù dell’eccessiva urbanizzazione e del consumo di suolo all’interno delle stesse. Lo spopolamento dei comuni montani (dovuto anche al fatto che negli ultimi decenni l’agricoltura ha garantito sempre meno rendita nelle aree interne) ha portato sempre più all’abbandono dovuto a mancanza di servizi (uffici postali, infrastrutture…). Ciò ha portato ad una richiesta di urbanizzazione sempre maggiore nelle aree in cui ci sono più servizi a disposizione: aree costiere, grandi città. Al fenomeno dello spopolamento delle aree interne sono legati incendi e dissesto idrogeologico dovuti spesso allo stato di abbandono. Ciò si ripercuote nelle parti più basse del bacino idrogeografico cioè le aree urbanizzate. In un evento meteorico eccezionale le acque miste a fango si riversano nelle città che si allagano. Bisogna cercare soluzioni per mitigare il rischio idraulico e lavorare coi fondi del Pnrr affinché si possa investire nelle aree interne facendo sì che la popolazioni vi ritorni con rendite garantite dall’agricoltura. Ciò determinerà un minore rischio incendi derivante dall’interesse a tenere pulite determinate aree boschive. Ci vuole un’azione concertata e non mirata esclusivamente alle grandi città. Quello che succede a monte poi ha conseguenze nelle zone urbanizzate a valle”.

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