Portinenti, il mare si riprende la spiaggia: dopo 2,5 milioni spesi, servono nuovi interventi

Portinenti, il mare si riprende la spiaggia: dopo 2,5 milioni spesi, servono nuovi interventi

Portinenti, il mare si riprende la spiaggia: dopo 2,5 milioni spesi, servono nuovi interventi

Solo dieci mesi fa era stata presentata in pompa magna come un esempio virtuoso di recupero ambientale. Portinenti, la storica spiaggia nel centro di Lipari, era tornata a nuova vita grazie a un intervento di ripascimento costato oltre 2,5 milioni di euro, finanziato dalla Regione Siciliana. Giornali nazionali ne parlarono come di un modello da seguire, e per i residenti del quartiere accanto all’ospedale fu il coronamento di decenni di battaglie civiche. Ma oggi, quella stessa spiaggia rischia di essere nuovamente inghiottita dal mare.

Un litorale già trasformato dalle mareggiate

Le mareggiate degli ultimi mesi, in particolare quelle provenienti da sud e sud-est, hanno già modificato profondamente la fisionomia della spiaggia. Circa 20 metri di battigia sono spariti, mentre la ghiaia è stata spinta su un solo lato del litorale. Non solo: le onde continuano a riversare detriti sulla strada di accesso alle villette vicine, rendendola spesso impraticabile.

«Una settimana fa siamo rimasti con le auto bloccate», racconta un residente. «Abbiamo chiesto al Comune un intervento urgente, ma ci hanno detto che mancano i fondi. La ruspa è arrivata solo dopo sette giorni. Dopo anni di battaglie per ottenere il ripascimento, ora molti di noi si dicono delusi. Senza lavori correttivi, il prossimo anno saremo punto e a capo».

Cumuli di ghiaia e nuovi costi in vista

Oggi Portinenti si presenta con numerosi cumuli di ghiaia lasciati dal mare e dall’ultima pulizia meccanica. In vista dell’estate, servirà un nuovo intervento per ridistribuire il materiale, con costi ulteriori rispetto a quelli già sostenuti. Ma cosa non ha funzionato nel progetto?

Le opere realizzate e i dubbi degli esperti

Il piano prevedeva la costruzione di due pennelli semisommersi e una scogliera soffolta in pietra lavica, per contrastare l’erosione. Eppure, il mare ha già iniziato a consumare la spiaggia. Secondo il professor Giuseppe Randazzo, ordinario di Biologia all’Università di Messina, l’intervento potrebbe non reggere a lungo: «Temo che la spiaggia durerà solo qualche anno. Il problema principale è il muro di cinta alle spalle della battigia: impedisce alle onde di disperdere l’energia, che si rifrange e trascina via la ghiaia».

Il progettista Ferlazzo: “Dopo la mareggiata del secolo, sabbia quasi tutta rimasta”

A non condividere la diagnosi di Randazzo è l’ingegnere Davide Ferlazzo, progettista del ripascimento a Baia Portinenti. «Mi permetto di dissentire – afferma – anche se preciso che non abbiamo diretto i lavori sul posto. Tuttavia, conosco bene il collega che l’ha fatto, con grande professionalità. Dopo la mareggiata eccezionale del 16 gennaio, la sabbia è rimasta quasi interamente in loco, semplicemente si è abbancata su un lato. Questo è avvenuto anche grazie alla scelta di utilizzare una granulometria più grossolana, proprio per dare maggiore stabilità alla spiaggia».

Ferlazzo ricorda inoltre che i progetti esecutivi prevedono per legge un piano di manutenzione, e che tali interventi vanno programmati ciclicamente o a seguito di eventi eccezionali. «Dopo il 16 gennaio, sarebbe stato necessario redistribuire la sabbia. Quanto ai muri citati dal professore, è vero che tutte le barriere verticali in prossimità del mare creano problemi: su questo ha perfettamente ragione».

Lunghe attese anche ad Acquacalda

E sempre a Lipari, nella frazione di Acquacalda, si combatte un’altra battaglia contro l’erosione. Dal 2019, anno in cui una mareggiata distrusse parte del lungomare, si parla di interventi strutturali. Ma la burocrazia avanza lenta. Tre mesi fa, in una conferenza di servizi alla Protezione civile di Messina, l’ing. Salvo Manfrè bocciò il progetto del Comune perché includeva anche il rifacimento dell’asfalto e dei sottoservizi, ritenuti non prioritari. «Suggerimmo una variante – spiega oggi Manfrè – ma a distanza di tre mesi siamo ancora in attesa del progetto modificato».

Il progettista incaricato avrebbe consegnato il nuovo piano il 18 marzo, ma il Comune di Lipari non ha ancora trasmesso il documento alla Protezione civile regionale, perché manca l’ultima autorizzazione: la Vinca, la Valutazione di incidenza ambientale. Un’Odissea burocratica tutta eoliana, che ricorda – parafrasando il film di Christopher Nolan – una “interstellar” attesa amministrativa, dove il tempo scorre più lentamente che altrove.

Giuseppe Bonaccorsi

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