PALERMO - In Sicilia si discute di emergenza rifiuti, ma ancora non si trovano le soluzioni. Anche se la soluzione esiste e si chiama termovalorizzatore.
Se ne è discusso a Palermo nel corso di un convegno organizzato dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Raffaele Stancanelli, a cui hanno partecipato numerosi sindaci ed amministratori dell’Isola.
Il primo cittadino del capoluogo Leoluca Orlando è intervenuto dicendo che Palermo è autosufficiente e non ha bisogno di termovalorizzatori: “Abbiamo programmato con i fondi comunitari nuovi impianti per la differenziata e per gli ingombranti a Bellolampo”. Marco Lupo, ex dirigente rifiuti nell’Isola e da anni numero uno dell’Arpa nel Lazio, ha riportato i numeri del rapporto rifiuti urbani del 2020, mettendo a confronto Sicilia, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia: “L’Isola porta in discarica 1,3 milioni di tonnellate d’immondizia, il Veneto 346.544, l’Emilia 277.813 e la Lombardia 203.551. La Sicilia tratta soltanto 383.068 tonnellate, la Lombardia oltre 2 milioni, il Veneto 1,3 mln e l’Emilia 1,03 mln. In Sicilia mancano gli impianti per il recupero energetico, mentre la Lombardia conferisce a queste strutture 1,9 mln di tonnellate di rifiuti, l'Emilia 952.396 e il Veneto 234.718. In Sicilia va in discarica il 58% dei rifiuti, in Emilia Romagna va il 2%, in Lombardia il 5%”.
Il dirigente ed esperto ambientale, Chicco Testa ha detto che in Sicilia mancano gli impianti: “L’Isola è esportatrice di rifiuti speciali: per gli urbani mancano discariche – ha detto Testa - impianti di riciclaggio in particolare per l'umido che rappresenta il 30-40% della differenziata e quelle strutture, termovalorizzatori o altro, per lo smaltimento del 25% che non può essere riciclato o mandato in discarica. La Sicilia è in ritardo nella differenziata, al di sotto della media del Mezzogiorno. Si smettano le assurde guerre, abbiamo bisogno di tutti gli impianti”. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, denuncia una mancanza di dialogo tra Governo e Parlamento: “Ho ricevuto centinaia di sindaci tutti contrari alle proposte di riforma dell’acqua e dei rifiuti – ha detto Miccichè quindi c’è la necessità di trovare un compromesso. Quando il presidente lamenta che c’è questa legge in Parlamento da tempo, è una assurdità. Se avessimo un chiaro piano dei rifiuti potremmo decidere. L’assessore è disponibile a cambiare la legge, sia questa sia quella dell’acqua: però lei stessa dice, ditemi come. è una visione che bisogna avere”.
Piovono critiche dal sindaco di Messina, Cateno De Luca: “Questo governo continua a favorire i privati, Musumeci non ha speso un euro per fare le infrastrutture pubbliche. E avverte che questo governo lascerà a chi verrà dopo una gran patata bollente: al momento dell’insediamento di questo governo c’erano sei milioni di metri cubi di disponibilità nelle discariche siamo a sotto i due milioni - ha concluso - I sindaci sono stati lasciati con il cerino in mano con la gestione politica clientelare degli Ato che era un affare della grande politica”.
Stancanelli ha ricordato che il ministro Roberto Cingolani ha emanato i bandi per finanziare gli impianti: “Bando di Musumeci? Se facciamo il progetto di finanza - ha dichiarato - il costo ricade sui cittadini. Se lo facciamo finanziare ai privati il costo ricade sui cittadini. Ci sono i bandi di Cingolani. Quello di Musumeci scade il 31 dicembre dopo essere stato riaperto due volte? Non so cosa sia successo in Sicilia”.
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