Interi nuclei familiari usavano anche i minorenni per lo smercio di stupefacenti. Gli spacciatori si aggiravano tra i meandri degli edifici e le strette vie del quartiere e stoccavano la droga nelle abitazioni e nelle camerette dei figli ancora ragazzi, la vendevano davanti alla loro scuola dello Sperone, la periferia-roccaforte-ghetto di Palermo.
Le immagini intercettate dai carabinieri - che nell'operazione "Nemesi", scattata all'alba, hanno eseguito 58 misure cautelari - consegnano scene in cui i piccoli in bici diventano pusher agli ordini e col consenso dei grandi, spesso i padri e persino le madri.
Un ruolo fondamentale è stato riconosciuto proprio alle madri, alle mogli e alle conviventi dei capi delle compagini, le quali collaboravano nella direzione delle attività criminali, nei contatti con i fornitori e nel tenere la contabilità delle piazze di spaccio, pronte anche a subentrare, all'occorrenza, per garantire continuità allo spaccio in caso di arresto di uno degli organizzatori.
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