È arrivato adesso il momento di verificare che le aziende che hanno ricevuto fondi per l’emergenza Covid ne avessero effettivamente i requisiti. Sono state individuate 135 domande di aiuto tra quelle riportate nell’elenco regionale definitivo delle ditte agricole ammissibili, approvate con Ddg numero 1092 del 23 marzo scorso.
Si tratta di una scelta avvenuta a campione. Per ottenere la maggiore trasparenza possibile e tempestività alla comunicazione, è stata inviata alle ditte oggetto di verifica una nota di richiesta della documentazione che vada a supportare le dichiarazioni rese in fase di presentazione dell’istanza.
La risposta da parte delle aziende dovrà essere trasmessa al dipartimento regionale Agricoltura a stretto giro di posta.
Il bando per gli aiuti all’agricoltura nato dalla “Legge Regionale 12 maggio 2020 n.9-Legge di stabilità regionale 2020-2022” in attuazione dell’articolo 10 comma 13, che disciplina gli interventi per le aziende agricole della Sicilia danneggiate dall’emergenza coronavirus nel periodo del primo lockdown, 12 marzo-4 maggio 2020, ha comportato una dotazione di 15 milioni di euro, con una promessa di finanziamento a fondo perduto di un massimo di 15 mila euro; su 1.700 domande presentate, soltanto 373 sono state ammesse a finanziamento.
Esclusioni avvenute anche per errori banali
Molte esclusioni sono state dovute ad errori anche banali delle aziende, come imprecisioni nella compilazione della richiesta o nella documentazione da allegare.
L’aiuto è stato previsto in conformità alla sezione 3 della comunicazione della Commissione dell’Unione Europea C (2020) 1863 del 19 marzo 2020, denominata “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza della Covid-19”, proprio allo scopo di aiutare coloro che lavorano in agricoltura e si sono ritrovati in grave stato di riduzione dei propri introiti proprio a causa dell’emergenza sanitaria appena concluso.
Florovivaismo il settore più colpito
In particolare, secondo l’avviso il settore maggiormente colpito dall’emergenza Coronavirus è stato quello del florovivaismo, che ha subito una grave crisi economica provocata dalla chiusura di negozi e mercati, dalla sospensione delle cerimonie civili e religiose e dalla riduzione delle occasioni di socialità e convivialità.
Nei vivai le piantine a seguito della mancanza di richiesta sono state distrutte; di contro sono state affrontate le spese per i mezzi tecnici relative alla produzione successiva. Anche per il comparto dei fiori recisi, margherite, crisantemi, rose e altre produzioni di cui la Sicilia è leader la situazione è stata disastrosa: non essendo vendute sono state destinate alla distruzione/macero.
Lockdown 2020, momento difficile per agricoltura siciliana
I fondi sono andati alle imprese agricole con sede in Sicilia che nel periodo del lockdown dal 12 marzo al 4 maggio 2020 hanno subito perdite di fatturato superiore al 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le domande sono state presentate tra maggio e luglio del 2021.
Si è trattato, per l’agricoltura siciliana, di un momento particolarmente difficile: da una parte l’emergenza sanitaria, dall’altro i cambiamenti climatici che stanno incidendo in maniera importante sulle diverse produzioni nel corso dell’anno.
Mesi di pioggia e umidità che si intervallano a mesi di secca, che rendono sempre più difficile portare avanti le semine nei tempi tradizionali, così come la crescita di tutte quelle piante che sono legate alla storia dell’agricoltura isolana e che stanno sempre più perdendo terreno fertile sul nostro territorio, proprio a causa di un ecosistema che sta gradualmente e irrimediabilmente mutando.
Se alla condizione ambientale si aggiungono le difficoltà legate all’aumento dei costi dei carburanti, si mette insieme un quadro evidentemente preoccupante per il futuro del settore.
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