Sono le regole suggerite dall'IMI, Intergruppo Melanoma Italiano per esporsi al sole in sicurezza.
"Complice il lungo lock down per la Covid 19 - afferma il presidente IMI Ignazio Stanganelli, direttore
della Skin Cancer Unit dell' IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumore professore associato dell'Università di Parma - con le prime giornate di bel tempo c'è più che mai la voglia di stare all'aria aperta. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Abbronzatura non vuol dire salute. Anzi, se non si
seguono le regole della corretta esposizione si rischia di abbassare le difese immunitarie con danni permanenti alle cellule. E a farne le spese sono i più piccoli".
Le scottature in età pediatrica sono un fattore che predispone al melanoma, tumore maligno della pelle. E i numeri parlano chiaro. Secondo i dati della Campagna di sensibilizzazione IMI "Il Sole per Amico" si brucia ancora il 9,4% dei bambini. Non solo: se da un lato negli ultimi 15 anni è aumentato del 14,7% l'uso di creme solari (dal 71,1% all'85,8%) e dell'11,1% (dal 19,7% al 28,8%) l'uso della maglietta ogni
volta che si sta al sole, dall'altro il cappello invece non viene considerato un mezzo di protezione tanto che è aumentato del 6,6% chi non lo usa mai (dal 20,9% al 26,5%).
I bambini con gli occhi chiari o marrone/verde corrono un rischio solo lievemente più alto di bruciarsi al sole, ma l'eventualità cresce sensibilmente per chi ha più di 20 nei sulle braccia e addirittura raddoppia per chi ha una pelle molto chiara rispetto a chi ne ha una scura.
"Per i bambini - conclude Stanganelli - è sempre consigliata la protezione massima (Spf +50), ma è bene fare anche uso di magliette e altri indumenti protettivi. Occhiali da sole compresi. In ogni caso l'esposizione deve essere lenta e graduale, per un tempo limitato e sempre
protetti".
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