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Beni culturali, digitalizzazione reperti di Kamarina e Kaukana

Beni culturali, digitalizzazione reperti  di Kamarina e Kaukana

Beni culturali, digitalizzazione reperti di Kamarina e Kaukana

RAGUSA - È stato siglato un importante accordo di collaborazione tra la Soprintendenza dei Beni Culturali di Ragusa, il Parco Archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica e la Global digital heritage (Gdh), organizzazione internazionale, che ha come obiettivo la divulgazione internazionale on-line, a titolo gratuito, del patrimonio culturale attraverso la digitalizzazione e diffusione, in questo caso, dei resti dell'antica città di Kamarina e dei reperti conservati nei musei di Ragusa e Kamarina. I risultati dell'attività saranno resi disponibili in rete, con l’obiettivo di contribuire alla conservazione dello stesso sito archeologico e alla sua conoscenza nel mondo. Il progetto è stato presentato agli organi di informazione durante una conferenza stampa tenutasi a Ragusa nei giorni scorsi.

“Il nostro progetto è spalancare le porte dei nostri musei soprattutto alle nuove generazioni – ha dichiarato al QdS Antonino De Marco, Soprintendente dei Beni Culturali di Ragusa - perché grazie a questo lavoro di digitalizzazione dei reperti archeologici, di ricostruzione in 3D del pezzo, avremo la possibilità di inserirli on-line e quindi renderli fruibili dalle persone di tutto il mondo. Siamo sicuri che, grazie a questo progetto, moltissimi appassionati di archeologia o semplici turisti verranno nei nostri musei per ammirare ciò che hanno potuto scoprire on-line, un'opportunità che potrà stimolare la conoscenza e attrarre nella nostra isola visitatori interessati a questi luoghi della storia”.

I musei di Ragusa e Kamarina ospitano l'archeologia e la storia antica del territorio della provincia di Ragusa, dal neolitico fino alla tarda antichità. Di particolare prestigio sono il "Guerriero di Castiglione" esposto nella sezione degli abitati siculi, parte di una necropoli di Kamarina e una delle fornaci per la cottura dell'argilla prelevata dal sito di Scornavacche e rimontata fedelmente all'interno del museo di Ragusa. Nel museo di Kamarina inoltre sono esposte ricche collezioni di reperti (anfore, monete) portati alla luce grazie alle ricerche effettuate negli anni novanta del XX secolo nel mare antistante Kamarina.

“Sono già stati digitalizzati circa 200 reperti – ha puntualizzato De Marco -, in una seconda fase verranno scansionati reperti di maggiore dimensione per arrivare a circa 800 reperti digitalizzati. Stiamo creando un sito web nel quale verranno caricati tutti i reperti scansionati e successivamente ci sarà la possibilità di visitare i siti di Kamarina e Kaukana grazie alle ricostruzioni in 3D e grazie alle moderne tecniche di interattività”.

Documentazione, gestione, conservazione di beni di interesse archeologico e storico passando attraverso una nuova concezione nella divulgazione e nella conoscenza che l'organizzazione internazionale di ricerca senza scopo di lucro ha sposato, e che la Soprintendenza di Ragusa ha intercettato con la capacità di costruire, da subito, un percorso di chiara efficacia.

“La Global Digital Heritage – ha detto dal canto suo Victor Manuel Lopez-Manchero Bendicho, direttore della GDH - è un'organizzazione di ricerca e istruzione privata senza scopo di lucro dedicata alla documentazione, al monitoraggio e alla conservazione del nostro patrimonio culturale e naturale globale. Utilizziamo la visualizzazione digitale, la virtualizzazione 3D, l'informatica geospaziale e le soluzioni ad accesso aperto per fornire dati digitali e modelli 3D a governi, istituzioni regionali, musei, studiosi locali e pubblico. Un elemento chiave della nostra missione è la democratizzazione della scienza: rendiamo tutti i dati liberamente disponibili al mondo a sostegno del patrimonio culturale, della gestione del patrimonio, dell'istruzione, dell'accesso pubblico e della ricerca scientifica”.

“Di fronte a un mondo sempre più ostile – ha rimarcato il direttore di GDH -, un panorama globale in cui conflitti, disastri naturali e rapidi cambiamenti ambientali stanno distruggendo il nostro patrimonio culturale, forniamo servizi digitali 3D per documentare e preservare luoghi ed esemplari critici che fanno parte del nostro patrimonio globale. Lo facciamo gratuitamente. Quindi restituiamo tutti i dati e i risultati all'istituto ospitante o alle autorità regionali/locali che ne possono fare ciò che desiderano”.

“Per ogni reperto scattiamo circa 450 fotografie – ha spiegato l’esperto - che poi, attraverso un software dedicato, riusciamo a digitalizzare e rendere tridimensionali, ottenendo ricostruzioni fedeli agli originali sia per quanto riguarda le dimensioni, texture e colorazioni. Il nostro approccio al deposito virtuale consente analisi scientifiche di luoghi, monumenti e collezioni su scala globale fornendo un mezzo per evidenziare l'importanza di tali collezioni per le loro comunità”.

“Inoltre – ha concluso Victor Manuel Lopez-Manchero Bendicho - saranno molteplici le possibilità di utilizzo di questi dati: da una visita virtuale ai siti archeologici per scopi didattici, fino alla realizzazione di riproduzioni in scala utilizzabili sia in ambito professionale che per realizzare addirittura dei souvenir”.

Presente alla conferenza stampa Selma Rizvić, docente di computer grafica nella Facoltà di Elettronica dell’Università di Sarajevo che ha illustrato nei dettagli la metodologia di acquisizione delle immagini e la digitalizzazione attraverso la computer grafica. “I musei, anche quelli siciliani – ha affermato Rizvić -, hanno finalmente compreso di non poter più limitarsi ad esporre semplicemente oggetti ma a comunicare il proprio patrimonio culturale con la comunità instaurando un rapporto comunicativo con i suoi fruitori, raccontandone la storia, il loro significato e il valore intrinseco da tramandare ai posteri”.

Biagio Tinghino

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