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Concessioni balneari, il Sib sulla Bolkestein: “La Sicilia venduta agli stranieri”

Concessioni balneari, il Sib sulla Bolkestein: “La Sicilia venduta agli stranieri”

Concessioni balneari, il Sib sulla Bolkestein: “La Sicilia venduta agli stranieri”

PALERMO - Circolare Bolkestein: come finirà in Sicilia dal primo gennaio 2024? L’interrogativo circola già da tempo, insistentemente, nei palazzi regionali oltre che ovviamente negli uffici dei gestori dei lidi balneari di Sicilia, una delle regioni con il maggior numero di addetti, che vedono ridursi sempre più i margini di manovra per evitare la deregulation.

Con le nuove regole vantaggi per i gruppi imprenditoriali

I titolari degli esercizi balneari, secondo il loro punto di vista, temono solo che l’avvento delle nuove regole finisca con l’avvantaggiare i grandi gruppi imprenditoriali. Non ne fanno una questione di rispetto della concorrenza, che è, però l’anima del commercio, ma soltanto una vicenda volta alla tutela di chi non avendo grandi possibilità finanziarie rischia di finire fagocitato e stritolato da norme e cavilli che tutelano soltanto chi ha le spalle larghe. In prima fila tra quelli che ritengono sacrosanta la tutela dei diritti acquisiti, ci sono i gestori delle concessioni iscritti al Sib (Sindacato italiano balneari) che il 10 marzo hanno protestato in migliaia a Roma.

“Dopo la manifestazione, il Sib si attendeva che ci fosse un emendamento del Governo da inviare alle Camere per superare l’impasse - ha detto il presidente regionale del Sib Sicilia, Ignazio Ragusa – e invece finora nulla… In questo momento l’orientamento è quello di non applicare la direttiva Bolkestein a partire dal 2024, ma noi riteniamo che, al contrario, al termine dell’iter non sarà possibile non osservare la circolare a causa della delle disposizioni indicate dal Consiglio di Stato”.

L’assessore regionale Cordaro solo qualche mese fa ha ventilato qual è l’indirizzo della Regione, quello di non osservare la Bolkestein. Ma allora come stanno realmente le cose?

“Sappiamo che alla Regione stanno lavorando, ma qui non siamo davanti a un problema di demanio, ma della concorrenza e la Regione non ha autonomia in questo campo. Quindi ripeto: non crediamo sia possibile un superamento dello status quo. Ora il punto nuovo è: come si intende applicare questa circolare? In maniera rigida oppure no? Insomma vogliamo, in nome della concorrenza, consentire in Italia che i grandi gruppi ricchi, anche europei, comprino enormi estensioni di coste?”.

Si spieghi meglio…

“Faccio un solo esempio: i tedeschi che hanno grandi disponibilità finanziarie partecipano ai bandi e si comprano tutta la costa di Taormina… Noi italiani che facciamo? Insomma è preoccupante ipotizzare che dal gennaio 2024 tutte le nostre spiagge saranno in vendita al maggiore offerente che farà per tot anni il suo business. Ora la direttiva prevede che si mettano a bando tutti i servizi. Ma voi, le vedete le aziende italiane che partecipano al bando per, ad esempio, la gestione delle centrali nucleari francesi? Affatto, perché in questo caso si tratta di tutela degli asset nazionali strategici della Francia. Non parliamo delle coste della Spagna e del Portogallo che sono state blindate per garantire la propria imprenditoria. Alla fine gli unici fessi sono in Italia con le spiagge messe in vendita in nome di una concorrenza che favorirà i più ricchi”.

Lei fa un discorso troppo semplicistico. In fondo chi ne trarrebbe beneficio dalla Bolkestein se non la concorrenza?

“Soltanto certa imprenditoria e certa politica che favorirà i grandi gruppi con l’obiettivo per gli enti locali di accrescere i propri introiti. E’ inutile girarci intorno. Ci sarà una tale confusione e i ricorsi saranno una moltitudine, con, alla fine, risultati negativi anche sulla clientela che si vedrà aumentati tutti servizi balneari offerti. Per questo speriamo in un emendamento del governo che consenta di applicare la direttiva in senso di una tutela anche dei piccoli gestori. Noi, come Sib, non staremo con le mani in mano e abbiamo già fatto ricorso in Cassazione. Attendiamo solo che i giudici si esprimano”.

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