Coronavirus, maggioranza compatta, poche deroghe a Natale e zone rosse
E' stata annunciata per oggi una riunione tra i capidelegazione della maggioranza, il Cts e la ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nato su proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e con l'obiettivo di fare il punto sulla situazione dal punto di vista del rischio sanitario.
Il chiarimento servirà a comprendere se ci sono particolari preoccupazioni connesse al rischio di assembramenti in vista delle feste di Natale.
Le folle nelle vie del centro per lo shopping di Natale nel fine settimana fanno paura, con quasi 18 mila nuovi casi, 484 vittime e un rapporto tamponi/positivi in salita.
Nell' incontro di oggi saranno decise nuove misure e si ipotizza una sorta di zona rossa nazionale anti-assembramento nei giorni festivi e prefestivi ma si discute sull'apertura dei ristoranti.
Gli abitanti dei Comuni sotto i cinquemila abitanti potrebbero spostarsi ma per non più di 30 chilometri.
Le misure del Governo funzionano
"Le misure del Governo stanno funzionando. Malgrado questo, il numero di vittime è drammatico cosi come il numero complessivo dei positivi. Ora bisogna fare di tutto per non disperdere questi risultati. Per questo, alla luce di un sicuro aumento del rischio di assembramenti dovuto al periodo delle festività e alle raccomandazioni alla prudenza e responsabilità del Cts, occorre valutare l'adozione di nuove misure che garantiscano il contenimento dei contagi".
Questa la linea emersa ieri nel corso di una riunione dei ministri Pd con i capigruppo di Camera e Senato, il segretario Zingaretti e vicesegretario Orlando.
Ieri riunione a tarda sera con Conte
Nella riunione in tarda serata tra il premier Conte e capidelegazione della maggioranza si è discusso sulle eventuali deroghe alle misure natalizie sul coronavirus ma, come il Pd, tutti hanno sottolineato la necessità di coerenza e rigore, dalla ministro Teresa Bellanova (Iv), che aveva posto il tema degli spostamenti a Natale e Capodanno sottolineando come, mentre blocca i Comuni, magari per distanze inferiore al chilometro, consente di muoversi nelle città, spesso a distanze ben più grandi, al M5s, compatto nel difendere la linea della fermezza.
Dai cinquestelle si esprime inoltre soddisfazione per la posizione assunta nelle ultime ore dal Pd che ha chiesto una stretta ulteriore anche se, viene sottolineato, negli ultimi giorni ci sono stati troppi "ondeggiamenti" da parte dei Dem.
Le ipotesi di deroghe sugli spostamenti interessano oltre dieci milioni di italiani che vivono in piccoli Comuni, quasi il settanta per cento di quelli italiani.
No alla mobilità tra città e province
E' stata esclusa insomma ogni possibilità di aprire alla mobilità all'interno della provincia o tra una città e l'altra.
Il Governo ha inoltre valutato un irrigidimento delle misure anti contagio nei giorni festivi e prefestivi.
Italia zona rossa o arancione nei giorni più a rischio
L'idea sul tavolo è, come detto, quella di rendere tutta l'Italia zona rossa o arancione nelle giornate più a rischio, permettendo però uno specifico allentamento per i piccoli Comuni.
L'ipotesi, discussa nella riunione dei capi delegazione, è quella di adottare norme omogenee in tutta Italia, con un irrigidimento delle disposizioni come annunciato anche dalla Merkel in Germania, per evitare la terza ondata.
Nell'incontro di ieri sera non si sarebbe entrati nello specifico delle misure, anche perché si vuole attendere il vertice di oggi con il Cts.
No al liberi tutti
"Se passa il messaggio del 'liberi tutti' - ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza - ripiomberemo in una fase pericolosa a gennaio e febbraio", come conferma l'analisi degli scienziati che indica un numero di nuovi casi e un'incidenza "ancora troppo alti".
Come introdurre queste deroghe, però, è ancora un rebus che andrà risolto nelle prossime ore: per mercoledì è calendarizzata al Senato una mozione della destra che punta a cancellare i divieti ed è evidente che il governo non può arrivare a quella data senza una sua proposta se vuole evitare l'incidente parlamentare, visto anche lo scontro aperto degli ultimi giorni sul Recovery e le divisioni tra i rigoristi e coloro che invece chiedono maggiori aperture.
L'ultima opzione messa sul tavolo è quella di presentare proprio al Senato una mozione di maggioranza che impegni il Governo a cambiare il decreto, inserendo la possibilità di spostarsi tra i Comuni sotto i cinquemila abitanti e con un limite di venti chilometri, che potrebbe essere votata anche da parte delle opposizioni.
Il nodo tecnico
Un escamotage che però non risolverebbe del tutto i problemi: se, infatti, fornirebbe la via d'uscita politica al premier Giuseppe Conte che ha chiesto un'assunzione di responsabilità al Parlamento per modificare il decreto, non darebbe la soluzione tecnica, visto che bisognerebbe in ogni caso mettere mano alla norma.
Le soluzioni restano quindi due, essendo stata esclusa anche dagli uffici legislativi di Chigi e di diversi ministeri la possibilità di intervenire con le Faq: o un emendamento al decreto già presente in Parlamento - possibilità che nella stessa maggioranza viene giudicata difficilmente percorribile vista la ristrettezza dei tempi e l'affollamento di provvedimenti da votare, a partire dalla manovra fino al decreto ristori e al decreto sicurezza - oppure un nuovo decreto che modifichi quello del due dicembre.
Speranza e Boccia contrari ad aperture
Ma in questo caso Conte dovrebbe risolvere la grana all'interno del Consiglio dei ministri, con Speranza e il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia che hanno già detto di essere contrari a ogni apertura e di esser pronti a metterlo a verbale.
Gli scienziati d'altronde non lasciano molto spazio alle interpretazioni: i numeri, spiega il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, "non ci permettono di passare dalla fase di mitigazione a quella di contenimento".
Rezza, mascherine anche in casa
C'è solo un comportamento da tenere a Natale e Capodanno, dice il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza: "essere molto attenti" e "metterci in testa di avere comportamenti adeguati per tutto questo periodo", a partire dall'indossare la mascherina pure dentro casa.
Altrimenti il 2021 potrebbe non iniziare con il ritorno a scuola dei ragazzi, ma con la terza ondata.
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