fbpx

Disastro cimiteri in Sicilia, tra bare ammassate, pochi loculi e scarsa manutenzione

Disastro cimiteri in Sicilia, tra bare ammassate, pochi loculi e scarsa manutenzione

Disastro cimiteri in Sicilia, tra bare ammassate, pochi loculi e scarsa manutenzione

Le condizioni in cui versano i cimiteri siciliani sono tutt'altro che ottimali. A necessitare di interventi straordinari è il cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo, ma non solo. Abbiamo provato a fare il punto della situazione nelle province di Palermo, Messina, Catania e Siracusa.

Cimitero Palermo

Continua l’emergenza al Cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo. Sono circa 800 le bare che non hanno ancora trovato sepoltura in quasi due anni d’attesa, stipate nei depositi e nelle tensostrutture improvvisate tra i viali del camposanto. “Non è tollerabile che a Palermo neanche i morti abbiano il giusto riposo”, esordisce Igor Gelarda, capogruppo della Lega nel consiglio comunale della città. “La vera soluzione che avrebbero dovuto mettere in campo era il cimitero nuovo, ma nessuno ne sta parlando”. Si tratta infatti di un progetto, quello del camposanto nella borgata di Ciaculli, che non si riesce a concretizzare. L’assenza di un forno crematorio funzionante, il pre-dissesto, le precarie condizioni di bilancio del Comune e la carenza di personale fanno il resto. A proposito del forno crematorio, parla Igor Gelarda: “è bloccato da oltre un anno. Sono stati stanziati 250.000 euro che non sono stati utilizzati. Il nuovo forno crematorio è in via di progettazione. In una zona, però, senza fognature, e sarà quindi inutilizzabile”.

Intanto è stato predisposto il trasferimento di alcune salme al cimitero di Sant’Orsola. Grazie all’accordo, recitava il cronoprogramma dell’amministrazione, si prevedeva di spostare la metà dei feretri in attesa entro fine ottobre. L’obiettivo slitta, perché l’alleanza ha presentato alcune criticità. “Le salme che sono state trasferite sono circa 140 - dice infatti Toni Sala, assessore comunale ai cimiteri - grazie anche all’intervento delle imprese funebri”. Le aziende percepiscono 100 euro a tratta per velocizzare, con l’amministrazione, l’obiettivo di dar degna sepoltura ai defunti in stallo. Si erano fermate per l’assenza di personale del comune negli uffici cimiteriali. Non c’era nessuno, a loro dire, che gestisse la piattaforma che rilascia i certificati di morte, trasporto e tumulazione. Adesso però le ditte che fanno capo al sindacato Feniof hanno sospeso lo stop, perché un’accordo è stato trovato durante un incontro in prefettura. “Noi però non ci siamo mai fermati - riferisce l’assessore Sala - con le nostre risorse di mezzi e di uomini abbiamo assicurato un trasferimento di due bare al giorno”.

“Inoltre abbiamo firmato con il sindaco Leoluca Orlando un’ordinanza che prevede di accelerare la realizzazione di 424 loculi nei viali di Santa Maria e di Santissima Trinità”, aggiunge Toni Sala. “Ci consentiranno di dimezzare in poco tempo il deposito temporaneo al cimitero dei Rotoli, che è un pugno allo stomaco della città di Palermo”. Intanto il progetto neo firmato ha già ottenuto il parere igienico sanitario favorevole, per cui si stima che in quattro mesi i lavori verranno affidati, eseguiti e collaudati.

Grava sul cimitero dei Rotoli, però, anche il problema dei cinghiali che, discendendo da Monte Pellegrino, grufolano nella terra del campo di inumazione a caccia di tuberi. In questo modo sconquassano il terreno e distruggono le sepolture. Per fermarli, dice l’assessore, “è stato redatto un piano insieme agli enti preposti che prevede la collocazione di dispositivi atti alla cattura dei cinghiali. Devono ancora essere acquistati e sistemati, ma si attende un’ordinanza che prevede misure urgenti per risolvere la mancanza di gabbia”.

Secondo il capogruppo della Lega Igor Gelarda sarebbe comunque necessario un commissario nazionale per gestire l’emergenza. Per questo ha invitato il premier del partito Matteo Salvini a visitare il cimitero dei Rotoli, che ha esordito: “bisogna risolverla, e in fretta”. Lui si impegna a portare sul tavolo del Governo la situazione, e a trovare in manovra economica un paio di milioni di euro. Questi tuttavia non sarebbero spendibili, a suo dire, in assenza di un progetto solido. “Si tratta di almeno quindici anni di immobilismo - rammenta - l’assessore in questi mesi ha fatto quello che era possibile fare. Se erediti un disastro miracoli non ne fai”.

Cimitero Catania

Le condizioni del cimitero di Catania sarebbero le stesse di alcuni anni fa, secondo l’assessore ai servizi cimiteriali Giuseppe Arcidiacono. “La città non ha potuto effettuare con somme proprie opere di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, perché vive in condizioni di dissesto finanziario”, spiega. Tuttavia, l’amministrazione è riuscita a recapitare circa 1 milione e 300 mila euro da investire proprio nel camposanto principale. “Una somma adeguata a poter operare una ristrutturazione completa. Nel 2022 contiamo di consegnare alla città un cimitero completamente rinnovato”. Prima di tutto toccherà sistemare il deposito, perché, come dice l’assessore, “è in condizioni davvero ammalorate”, e ampliarlo. “Il deposito va ampliato perché il Covid ci ha insegnato che quando ci sono eventi importanti noi potremmo trovarci in difficoltà”.

In programma c’è anche di aumentare di circa 100 loculi la disponibilità del camposanto, e ampliare l’aria cimiteriale. In primis per avere ulteriore spazio per le salme, e poi per realizzare un forno crematorio. Non ultimo, si potranno liberare da 3 a 4 mila tombe, se il progetto passerà, nel Cimitero Sacro. “Si parla di un futuro molto prossimo - puntualizza Arcidiacono - ho depositato il nuovo regolamento cimiteriale che è in attesa di approvazione del consiglio comunale”. Comunque, nessuna attesa per i defunti catanesi. “Abbiamo smaltito tutto”, conferma l’assessore, “e ci prepariamo a dare una svolta decisa al cimitero, che da vent’anni non veniva toccato e che noi abbiamo trovato in condizioni disperate”.

Cimitero Messina

A Messina i cimiteri non vivono una condizione di vera e propria emergenza. Il deposito del cimitero centrale è a un terzo della sua capienza e l’amministrazione procede alla ricerca di posti, per far sì che la tumulazione si velocizzi. In stallo si trovano al momento circa 200 salme, che devono attendere 4 o 5 mesi per trovare sepoltura. I tempi dipendono da quando vengono stilati gli avvisi pubblici, ma c’è sempre l’opportunità di inumazione diretta. “La carenza di loculi è dovuta al fatto che non si costruiscono cellari da diverso tempo”, riferisce l’assessore Massimo Minutoli. “Abbiamo in corso la realizzazione di circa 5 mila posti attraverso un project financing. Sarà un polmone di riserva per il cimitero. Nel frattempo è in atto una politica di rivisitazione di tutti i loculi centenari che sono da recuperare o che non sono reclamati da nessuno”. Il procedimento prevede la redazione di avvisi pubblici attraverso cui il Comune può reperire i posti abbandonati e riutilizzarli. A quel punto riduce in urnette ossuarie i resti nelle sepolture centenarie e riassegna i posti. “In più abbiamo realizzato 150 nuovi posti, già assegnati, dove sono state completate le tumulazioni - continua l’assessore - stiamo procedendo al restauro di altri due muri vicino al forno crematorio, e abbiamo avviato i lavori di estumulazione di tutte le salme nel muro perimetrale lato sud”. Per un totale di 300 posti. Anche il forno crematorio è stato implementato, con l’attivazione della seconda canna. “Mentre nei cimiteri suburbani non ci sono particolari criticità”, conclude l’assessore Minutoli.

Cimitero Siracusa

“Per quanto riguarda l’attesa delle salme siamo un’isola felice, per fortuna”, esordisce Giovanni Di Lorenzo, delegato del sindaco territorialmente competente. A Siracusa infatti la camera mortuaria è vuota. Certo, impegnata nelle sue operazioni quotidiane, ma assolutamente non in emergenza. Le criticità invece riguardano la manutenzione. “Perché la scelta politica è stata per trent’anni quella di non spendere un euro”, motiva Di Lorenzo. “Ci stiamo trovando a dover fronteggiare una situazione difficile. Stiamo però rifacendo l’impianto elettrico e idrico, incluso quello fognario, e implementando i servizi più generici”. Degli esempi sono, oltre alla manutenzione del verde, il restauro dei bagni e la creazione degli scivoli per i diversamente abili. Inoltre è in atto il rifacimento degli impianti nelle palazzine, per i quali l’amministrazione sta investendo circa 44 mila euro. Un punto debole è la mancanza di un forno crematorio. “Atto di grande civiltà”, secondo Di Lorenzo, e che potrebbe costituire “una valvola di sfogo importante nei momenti più difficili”.

Virginia Cataldi

risuser

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi