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Impianti sportivi catanesi in sofferenza, "Ci arrangiamo da veri siciliani"

Impianti sportivi catanesi in sofferenza, "Ci arrangiamo da veri siciliani"

Impianti sportivi catanesi in sofferenza, “Ci arrangiamo da veri siciliani”

Troppi impianti sportivi in sofferenza, molti dei quali hanno già chiuso battenti, gettando la spugna. Si presenta alquanto complicata la situazione degli spazi dedicati agli sportivi catanesi, costretti a fare i salti mortali per frequentare corsi di nuoto, calcio, tennis, rugby e altri sport.

Lo abbiamo visto con la storia dei Briganti di Librino e lo vediamo ogni giorno entrando in contatto con diverse realtà del territorio. “Attualmente a livello fiscale le società, le associazioni e le strutture sportive sono tartassate di tasse – spiega Gianluca Napoli, direttore sportivo della Città dello Sport di Catania – si lavora per lo Stato, che invece di semplificare le pratiche rende le cose più complicate facendo ogni mese una nuova legge”.

A livello sportivo si potrebbe fare molto di più, le idee ci sono ma spesso la voglia di reagire svanisce nel giro di poco. “Prima di tutto dovrebbero smaltire la burocrazia, rendere gli uffici comunali più operativi e dare degli impianti ai cittadini – aggiunge il ventisettenne – e i siciliani dovrebbero impegnarsi per mantenerli in ordine”.

Il calcio resta lo sport più tutelato, a risentirne sono soprattutto le società di rugby e nuoto. Qualcuno cerca di fare rete per resistere e altri sopravvivono grazie alle famiglie che iscrivono i bambini. “Spesso oltre al nostro compito di istruttori facciamo anche da educatori, cerchiamo di far capire ai ragazzini il rispetto per quello che ci circonda e la passione per lo sport”.

“Chi vuole fare qualcosa la fa, anche se mancano le risorse economiche e il Comune non interviene adeguatamente” – aggiunge il ragazzo, che sottolinea di come la crisi sia palpabile quotidianamente e “molti bambini vengono grazie ai nonni, che li iscrivono al posto dei genitori non possono permetterselo”.

Anche per i disabili le attrezzature sono carenti, niente a che vedere con le strutture del Nord. “Noi da veri siciliani abituati a campare, ci arrangiamo come possiamo, ogni giorno è una battaglia e di fronte alle difficoltà non ci abbattiamo, ma ci rimbocchiamo le maniche”.

giorgia lodato

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