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Inchiesta Covid, tra gli indagati anche l'ex ministro Giulia Grillo

Inchiesta Covid, tra gli indagati anche l'ex ministro Giulia Grillo

Inchiesta Covid, tra gli indagati anche l’ex ministro Giulia Grillo

C'è anche l'ex ministro della Salute, Giulia Grillo, tra gli indagati dalla Procura di Bergamo per la gestione della pandemia da Covid in Italia. La donna, indagata insieme agli ex ministri Roberto Speranza e Beatrice Lorenzin per il mancato aggiornamento del piano pandemico, avrebbe rivelato ai pm orobici lo scorso 3 marzo 2021 di "non ricordare se ci sia stato qualche dirigente venuto fisicamente a rappresentarmi la necessità strategica di aggiornare il piano".

La posizione della Grillo è stata già trasmessa alla procura di Roma per competenza territoriale: "Mi chiedete se siano stati prese iniziative per aggiornare il piano pandemico e riferisco che non ricordo nello specifico - prosegue l'ex Ministro - Ricordo che abbiamo lavorato tanto sull'attività della prevenzione. L'attività di aggiornamento del piano pandemico aveva natura prettamente tecnica e pertanto era di competenza dei vari dirigenti presenti in seno al Ministero".

La Grillo è ritenuta "responsabile dell'omessa istituzione-rinnovo del Comitato nazionale per la pandemia" stando alle accuse formulate dai magistrati.

"Ho sempre chiesto più volte le varie scadenze a livello normativo e amministrativo"

"Ricordo di aver chiesto più volte al segretario generale le varie scadenze sia a livello normativo che amministrativo e cercavo di dare impulso a dette attività - si legge ancora nel verbale della Grillo - A tale scopo, facemmo con il mio staff più di una riunione per capire se fosse possibile acquistare un gestionale per conoscere l'iter di avanzamento delle attività poste in essere all'interno del Ministero. Non ho memoria di attività connesse all'aggiornamento del piano pandemico. Non ricordo che mi sia stata rappresentata la necessità di precedere a eventuali capitoli di spesa dedicati per l'aggiornamento del piano pandemico. Posso dire che il 5% del fondo sanitario nazionale della Sanità viene destinato ai piani regionali della prevenzione. Nessuno mi ha rappresentato la necessità di aggiornamento del piano pandemico o della necessità di destinare dei fondi a tale scopo".

"Mi chiedete se Ruocco mi avesse mai rappresentato della necessità di aggiornare il predetto piano, anche alla luce delle direttive europee, e riferisco che non ricordo che lo stesso mi avesse rappresentato tale necessità - prosegue - riferisco che ero io che molte volte davo l'impulso per conoscere l'avanzamento delle attività per il tramite del capo di Gabinetto e delle varie scadenze. Inoltre, rappresento che anche nel corso dell'attività parlamentare precedente alla nomina di ministro avevo sentito parlare del piano pandemico, ma non approfonditamente anche perché si tratta di qualcosa che non rientrava proprio nell'attività politica ma in quella prettamente tecnica".

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