Mafia, cadavere murato nel Milanese, un arresto in Sicilia
C'è un ulteriore presunto responsabile nella vicenda del cadavere trovato murato in una parete di una villa a Senago (Milano) nel gennaio del 2019, poi identificato come quello di un albanese di 41 anni, Astrit Lamaj.
Nel febbraio scorso la gup del Tribunale di Monza, Cristina Di Censo, aveva rinviato a giudizio due dei sei imputati per quell'omicidio: Francesco Serio, di 45 anni, accusato di aver ucciso l'uomo su indicazione dell'ex amante dell'albanese, Carmela Sciacchitano, di 63 anni, siciliana residente a Genova, e Cosimo Mazzola, di 54 anni, accusato di soppressione di cadavere.
Altri imputati minori avevano scelto il rito abbreviato.
Un arresto anche a Riesi
All'alba, i carabinieri dei nuclei investigativi di Monza e Caltanissetta, al termine di una complessa attività investigativa, hanno eseguito a Riesi (Caltanissetta) un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Monza a carico di Salvatore Tambè, di 45 anni.
Lo rende noto il Comando provinciale dei Carabinieri di Monza.
L'uomo era già agli arresti domiciliari con l'imputazione contestata di aver fatto parte dell'associazione mafiosa "Cosa Nostra della famiglia di Riesi".
Adesso viene ritenuto responsabile dell'omicidio volontario commesso a Muggiò (Monza e Brianza) nel 2013 del cittadino albanese , scomparso nel gennaio 2013 e rinvenuto il 15 gennaio 2019, appunto, murato in un appartamento in ristrutturazione a Senago.
Dietro la vicenda vi sarebbe la fine di una relazione e il furto di alcuni gioielli, che avrebbe fatto scattare una terribile vendetta.
Per la vicenda sono già state individuate alcune altre persone, ritenute vicine alla criminalità organizzata.
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