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Messina, Piano Tari bocciato in Aula ma De Luca non si arrende

Messina, Piano Tari bocciato in Aula ma De Luca non si arrende

Messina, Piano Tari bocciato in Aula ma De Luca non si arrende

MESSINA - “Ripresenteremo la delibera, se il Consiglio la boccerà ancora, la continueremo a riproporre e alla fine ci rivolgeremo alle autorità competenti.” La proroga concessa dal Consiglio dei ministri dà tempo fino al 31 luglio e fino ad allora l’Esecutivo cercherà di far passare la sua delibera sul Piano Tari.

Il sindaco Cateno De Luca non ha mandato giù la bocciatura in Aula del Piano economico finanziario – Tariffe tassa smaltimento rifiuti urbani con dieci voti contrari, otto favorevoli e un astenuto. Accanto agli otto “No” venuti dall’opposizione - con i due gruppi di Pd, M5s e un componente di LiberaMe - si sono uniti quelli di Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano del centrodestra, che secondo De Luca si sarebbero opposti alla delibera del’Amministrazione per ripicca, perché “non si sentono più coccolati dal sindaco”.

Secondo il documento respinto l’aumento medio previsto sarebbe del 9%, ma la tariffa cresce in base alla dimensione dell’abitazione, da un minimo di 15 a un massimo di 90 euro in più rispetto al 2020. Un argomento spinoso questo, politicamente sensibile, che in Aula ha innescato tutta una serie di dinamiche che hanno alla fine portato allo scontro aperto tra Consiglio e Amministrazione.

“Stiamo cercando – ha affermato il primo cittadino in una delle sue tante dirette Facebook - di superare questa fase critica della gestione dei rifiuti nonostante la Regione siciliana continui a paralizzare il sistema e il Consiglio bocci il Piano economico finanziario senza alcuna motivazione, anzi solo per ripicche politiche”.

Senza l’approvazione del Pef 2021 tutte le spese necessarie all’esecuzione di interventi di tutela ambientale, compresi quelli da effettuare in emergenza, come ribadito l’assessore Dafne Musolino, gravano sul bilancio comunale determinando l’insorgere di debiti fuori bilancio e la conseguente contestazione della Corte dei Conti per danno erariale. Ma ci sono anche alcuni servizi che secondo De Luca rischiano di essere bloccati.

L’opposizione ha contestato ancora una volta in Aula l’aumento della tassa a fronte di un servizio con tante criticità e di un’evasione ancora elevatissima. “Siamo stati costretti ad aumentare la Tari – ha affermato De Luca - perché delle norme nazionali, che non ho voluto io ma il Governo nazionale dove ci sono anche Pd e M5s, hanno stabilito che a carico dei contribuenti devono essere messe le spese per la gestione delle discariche post mortem e il Fondo crediti di dubbia esigibilità. L’anno scorso abbiamo speso due milioni di euro per smaltire il percolato di Portella Arena. Ci costa tantissimo il trasferimento mentre siamo bloccati sugli impianti di Mili e Pace”.

Poi, sull’evasione ha aggiunto: “Abbiamo scoperto ottomila nuovi utenti e ne scopriremo altrettanti incrociando i dati. Il tasso di evasione è sceso dal 60% al 40%. Continueremo, ma intanto soltanto questi crediti non riscossi hanno fatto lievitare la spesa di 4 milioni di euro”.

Il sindaco ha poi sottolineato lo sforzo fatto in tema di differenziata, che ormai è oltre il 40%, ricordando come in altre città metropolitane come Palermo l’aumento che si prospetta è del 25%.

Con la bocciatura del Piano Tari le tariffe restano, almeno per il momento, quelle dello scorso anno, cioè quasi 48 milioni di euro contro gli oltre 54 milioni della manovra respinta dall’Aula. Questo comporterà una serie di contrazioni alle spese previste dall’Amministrazione, tra le quali quelle per l’assunzione di 107 unità di personale per il 2021, da finanziare con oltre un milione di euro, che sarebbero diventati addirittura quasi 4 milioni nel 2022 e 2023, e che porteranno la pianta organica di MessinaServizi a 724 unità lavorative.

L’Amministrazione è comunque al lavoro per ripresentare il Piano, magari con qualche aggiustamento e soprattutto stavolta lavorando sul fronte politico per ricompattare il centrodestra, per buona parte assente nella seduta di mercoledì. “Di fronte alle delibere importanti – ha cocnluso De Luca - molti scappano. Magari hanno l’ordine di votare contro, dato dai loro partiti e allora non volendo bocciare senza motivo un atto importante preferiscono disertare”.

Lina Bruno

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