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Viadotto Ritiro a Messina, storia infinita di promesse, ritardi e disagi

Viadotto Ritiro a Messina, storia infinita di promesse, ritardi e disagi

Viadotto Ritiro a Messina, storia infinita di promesse, ritardi e disagi

MESSINA - Fine lavori quando? Meglio non fare più previsioni. Si continua a lavorare, con fasi alterne, per sostituire i 950 metri di autostrada che passa sopra un villaggio della zona Nord, si tratta dell’adeguamento statico e del miglioramento sismico del viadotto Ritiro che collega l’A18 all’A20, con la completa demolizione e la ricostruzione degli impalcati.

Dal 2015, anno della firma del contratto con la Toto generali costruzioni è un susseguirsi di date non rispettate e un investimento regionale che dai circa 43 milioni di euro iniziali è lievitato a oltre 60 milioni di euro. Adesso si sta procedendo con la realizzazione del bypass Baglio, che sta creando non pochi problemi per il dislivello tra le due carreggiate, quella lato monte e quella lato valle, che è di circa 12 metri, mentre inizialmente si era parlato di soli 7 metri. È stato necessario realizzare delle palificazioni ai lati del bypass per rafforzare la bretella.

La data del 15 ottobre però, fissata per il completamento della rampa, non potrà essere rispettata, forse si dovrà attendere novembre per vedere ultimati anche i collaudi, amministrativi e statici. Per avere completata l’intera opera, invece, si parla adesso di aprile 2023, ma considerate le vicissitudini di questi anni e la complessità dei lavori, appare una previsione poco realistica, così come eccessivamente ottimisti si sono mostrati i rappresentanti del Governo regionale quando a giugno è stata inaugurata l’apertura della prima nuova carreggiata lato valle del viadotto Ritiro. “Da quando abbiamo posto anche questo maxi cantiere sotto la costante vigilanza del governo Musumeci – ha affermato allora l’assessore Marco Falcone - i lavori hanno preso una direzione virtuosa…”. Vi è stato, in quell’occasione, anche l’impegno per il completamento del bypass ad agosto e dell’intera opera a novembre.

Con la nuova arteria aperta, per la circolazione è cambiato poco, anche perché resta chiuso lo svincolo di Giostra per chi arriva da Boccetta. I disagi viari sul quel tratto di tangenziale interrotta sono cominciati nel 2012 quando per motivi di sicurezza se ne è limitato il transito, disagi che d’estate specialmente si riflettono negativamente sul traffico cittadino. La nuova carreggiata accoglie su una sola corsia i mezzi verso Palermo, mentre le attività di tecnici e operai si stanno concentrando contemporaneamente sulla realizzazione delle ultime campate della carreggiata lato monte e del bypass tra le due arterie.

Realizzato in cemento armato nei pressi della galleria Baglio (la penultima prima dell’uscita obbligatoria dello svincolo di Giostra), il bypass permetterà lo scambio del traffico da monte a mare riducendo il doppio senso di circolazione da undici chilometri come inizialmente ipotizzato a soli tre chilometri.

I lavori di adeguamento statico e miglioramento sismico del viadotto Ritiro dovevano essere completati già da quattro anni. Il contratto d’appalto è stato firmato il 17 giugno 2015, stazione appaltante il Cas, la consegna dei lavori per un investimento iniziale di oltre 43 milioni di euro è del 29 aprile 2016 e l’ultimazione era prevista per il 27 agosto 2018. Ma a giugno del 2018 è stata concessa una prima proroga con rimodulazione del termine di ultimazione al 29 giugno 2020 a causa “di criticità amministrative legate alla indisponibilità delle rampe di svincolo e di permessi necessari per la chiusura e condizionamento del traffico autostradale e della viabilità comunale interferita; poi è stato necessario redigere una perizia di variante e suppletiva per lavorazioni impreviste ed imprevedibili all’atto della stipula del contratto”. Poi c’è stata la lunga trafila del trasferimento degli abitanti delle case sotto il viadotto. Altro intoppo, è stato legato all’emergenza Covid con il fermo dei lavori dal 13 marzo al 17 maggio 2020. Poi ancora problemi per l’aumento dei costi e l’approvvigionamento delle materie prime. C’è stata anche una diatriba con il Comune sulla proprietà degli svincoli e un rallentamento sui pagamenti. A rendere tutto più tragico e complesso, infine, anche la morte nell’ottobre 2021 di Salvatore Ada, operaio di 55 anni, dipendente della Toto costruzioni, travolto in cantiere da una barriera New Jersey.

Lina Bruno

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