fbpx

Migranti, senza le Ong torna la strage nel Mar Mediterraneo

Migranti, senza le Ong torna la strage nel Mar Mediterraneo

Migranti, senza le Ong torna la strage nel Mar Mediterraneo

Aggrappati ai galleggianti nel tentativo di salvarsi: il gommone sui cui stavano cercando di attraversare il Mediterraneo non ha retto, forse, il peso dei tanti che erano a bordo. In sei hanno perso la vita, compreso un bimbo di soli sei mesi, Joseph, proveniente dalla Guinea, nel nuovo naufragio di migranti ieri a trenta miglia a nord delle coste libiche di Sabratha. Ennesima tragedia nel Mediterraneo Testimoni oculari dell'ennesima tragedia sono stati i volontari di Open Arms, l'unica nave umanitaria impegnata in questo momento nell'attività di ricerca e soccorso dei migranti che fuggono dalla Libia e che già nella giornata di ieri aveva soccorso altri 88 disperati. La segnalazione di un gommone in difficoltà è arrivata alla Ong spagnola in mattinata da parte di uno dei velivoli di Frontex. L'imbarcazione, ha riferito la Guardia Costiera italiana, era in area Sar di responsabilità libica e la Ong è stata contattata in quanto "mezzo più utilmente impiegabile al momento". Complicatissima operazione di soccorso Una volta raggiunto il punto indicato, però, i volontari si sono trovati di fronte una "complicatissima operazione di soccorso": il gommone, dice infatti Open Arms, con a bordo circa cento persone tra le quali alcuni bambini e donne incinte, "aveva ceduto e le persone erano già tutte in acqua, prive di salvagente e di dispositivi di sicurezza". Secondo la Guardia Costiera il cedimento è avvenuto durante le operazioni di soccorso. La Ong ha diffuso un video in cui si vedono decine di migranti in mare, la maggior parte attaccati a quel che resta del gommone su cui viaggiavano e con indosso il giubbotto lanciato dai volontari. Altri sono invece appoggiati a due grandi galleggianti di salvataggio lanciati in acqua dai soccorritori mentre alcuni, più isolati, sono distanti qualche decina di metri dai resti dell'imbarcazione. Secondo la Guardia Costiera il cedimento è avvenuto durante le operazioni di soccorso. La Ong ha diffuso un video in cui si vedono decine di migranti in mare, la maggior parte attaccati a quel che resta del gommone su cui viaggiavano e con indosso il giubbotto lanciato dai volontari. Altri sono invece appoggiati a due grandi galleggianti di salvataggio lanciati in acqua dai soccorritori mentre alcuni, più isolati, sono distanti qualche decina di metri dai resti dell'imbarcazione. L'assurda morte di un bimbo di sei mesi "Sono cinque le persone decedute per ora, i bambini sono a bordo" ha comunicato subito dopo l'operazione la Ong su Twitter. Ma poche ore dopo ha dovuto rettificare il conto. "Nonostante gli enormi sforzi dell'equipe medica, un bimbo di sei mesi è venuta a mancare a causa del naufragio. Avevamo chiesto per lui e per altri casi gravi un'evacuazione urgente, da effettuare tra breve, ma non ce l'ha fatta ad aspettare". La Guardia Costiera ha disposto l'invio di una motovedetta da Lampedusa con a bordo i medici del Cisom.   In mare da due giorni In base a quanto è stato possibile ricostruire, i migranti erano in mare da circa due giorni. I volontari di Open Arms hanno operato con due Rhib, i gommoni di salvataggio utilizzati proprio per raggiungere il più velocemente possibile le imbarcazioni dei migranti in difficoltà ed effettuare i soccorsi in mare. Ma per i sei c'è stato poco da fare. L'Ue crei corridoi umanitari Il presidente di Open Arms italia Riccardo Gatti in un video ha sottolineato che in questo momento la Ong sta operando "da sola". "Possiamo contare solo sui nostri mezzi, che sono due lance rapide e sei soccorritori: questo ennesimo naufragio dimostra come sia necessaria prima di tutto un'operazione congiunta in mare da parte dei governi dell'Unione europea e l'apertura di corridoi umanitari", ha aggiunto. Il tweet di Leoluca Orlando A commento dell'accaduto, un tweet del sindaco di Palermo Leoluca Orlando: "Ancora una tragedia nel mediterraneo...ancora una conferma del contributo di Open Arms e delle organizzazioni non governative ad un nuovo umanesimo, per contrastare un genocidio frutto di egoismi disumani e meschinerie politiche". Lampedusa, sbarchi e trasferimenti Ieri intanto quattro sbarchi, con circa ottanta persone, a Lampedusa (Agrigento). Tutte sono state portate all'hotspot di contrada Imbriacola da dove sono stati trasferiti, durante tutta la giornata, 206 persone imbarcate sulla nave quarantena Azzurra. In mattinata, con il traghetto di linea per Porto Empedocle, ne erano partite altre 92. La struttura, che negli scorsi giorni è arrivata anche ad ospitare 1500 persone, resta comunque sovraffollata. Nuova fuga da Siculiana Fortemente ridimensionata la notizia secondo la quale ieri oltre trenta migranti sarebbero fuggiti dal centro d'accoglienza Villa Sikania di Siculiana (Agrigento). Ieri a tarda sera la Prefettura ha fatto sapere che in realtà soltanto nove migranti, in attesa di essere accompagnati fuori regione perché espulsi, si erano allontanati ma erano stati tutti ripresi a eccezione ditre o quattro. Nessuno di loro era minorenne, come era stato affermato in un primo momento dal sindaco del paese Peppe Zambito, il quale aveva parlato di "maxi schieramento di forze dell'ordine" e di allarme dei cittadini per i possibili contagi da coronavirus. Due condanne per i trafficanti d'uomini E ieri sono arrivate anche due sentenze per bande di trafficanti d'uomini. La prima a Palermo, con la conferma di quindici condanne nel processo d'appello ai componenti di un'organizzazione criminale che organizzava e gestiva i viaggi dei migranti tra l'Africa e la Sicilia e aveva cellule in Italia e in altri Paesi europei. Gli imputati, arrestati nell'ambito dell'operazione Glauco 2, erano accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Per duemila dollari li facevano inoltre raggiungere il nord Europa. che andavano dai 1500 ai 2000 dollari ciascuno e di avere consentito ai migranti giunti nel Paese di spostarsi e trasferirsi nel nord Europa. L'inchiesta era coordinata dal pm Gery Ferrara e nacque dopo il naufragio di un barcone davanti alle coste di Lampedusa ad ottobre del 2013. Ad Agrigento. invece, nove condanne e 18 proscioglimenti nel processo a un gruppo criminale, operante sull'asse Italia-Egitto che gestiva gli sbarchi di immigrati in Sicilia. Dell'inchiesta si sono occupati i Carabinieri del reparto operativo di Agrigento che hanno analizzato gli approdi tra il 14 e il 15 luglio del 2010 a Palma di Montechiaro e quello fra il 27 e il 28 settembre del 2010 a Borgo Bonsignore, a Ribera. Ma anche gli sbarchi a Roccella Jonica, fra Mascali e Giarre e a Santa Croce di Camerina, nel Ragusano.

risuser

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi