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Minori a rischio, oltre 3.000 in Sicilia

Minori a rischio, oltre 3.000 in Sicilia

Minori a rischio, oltre 3.000 in Sicilia

PALERMO - Sono oltre 3 mila i minori a rischio in Sicilia che risiedono in strutture socio assistenziali o socio sanitarie. Di questi, circa un quarto sono stranieri. Numeri molto alti, i più alti tra le regioni italiane, rappresentando la Sicilia, da sola, circa il 17% del totale nazionale. Se si guarda ai comparti territoriali principali, la Sicilia rappresenta quasi il totale delle Isole (3.801), a pari valore con il Centro (3.833); nel Sud si registra il valore più basso (2.508), mentre il Nord Ovest (4.452) e il Nord Est (4.177) segnano i valori maggiori. A seguire la Sicilia c’è la Lombardia, che si ferma a 2.333 minori coinvolti, e l’Emilia Romagna, a 2.103 ragazzi e ragazze. Dal punto di vista del genere, circa due terzi dei minori è di sesso maschile. Anche tra gli stranieri si mantiene approssimativamente la medesima proporzione. Sono i numeri forniti dalla Regione siciliana.

Per rispondere alle necessità di questi minori svantaggiati, fino al 2 febbraio è rimasto operativo il nuovo avviso pubblico per la presentazione di progetti socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) a sostegno del Terzo settore, con fondi disponibili per 50 milioni di euro. L’importo per singola proposta progettuale sarà compreso fra i 125 e i 250 mila euro, con un contributo pubblico pari al 95% e il restante 5% a carico dei soggetti che avanzano candidatura.

Gli obiettivi da raggiungere sono diversi, a seconda della fascia di età dei minori: tra 0 e 6 anni, bisogna ampliare e potenziare i servizi educativi e di cura e rafforzare l'acquisizione di competenze fondamentali per il benessere dei bambini e delle loro famiglie. Nella fascia 5-10 anni, l’obiettivo è promuovere il benessere e la crescita armonica dei minori, garantendo efficaci opportunità educative e prevenendo precocemente varie forme di disagio sociale e di povertà educativa, In ultimo, per la fascia 11-17 anni, bisogna migliorare l'offerta formativa attivando percorsi individualizzati, complementari a quelli tradizionali, per contrastare l'abbandono scolastico e il fenomeno dei Neet, giovani maggiorenni che non studiano e non lavorano.

Particolare attenzione va alla fascia di età 16-17 anni, per la quale vanno realizzate azioni congiunte "dentro e fuori la scuola" che favoriscano il riavvicinamento dei ragazzi che abbiano abbandonato gli studi o che presentino rischi di dispersione scolastica e formativa. In parallelo, si lavora anche per arginare le possibili ripercussioni che le azioni degli adulti possono avere sui ragazzi.

Nel periodo natalizio da poco trascorso si è svolto l’incontro tra il procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Palermo, Maurizio De Lucia, e la presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana, Gaetana D’Agostino, che hanno rinnovato un protocollo d’intesa per creare un elenco di professionisti che forniranno supporto alle attività di polizia giudiziaria. Questo è il sesto protocollo siglato negli ultimi due anni per affiancare il lavoro della magistratura nelle occasioni in cui, come previsto per legge, vengano ascoltati minori o altri soggetti vulnerabili coinvolti come parti offese in vicende penalmente rilevanti.

“Il rinnovo del protocollo - dichiara Laura Vaccaro, il procuratore aggiunto che coordina il dipartimento che si occupa dei casi di violenza domestica, violenza di genere e tutela delle vittime vulnerabili - rappresenta per noi il punto di partenza verso nuove e sempre più virtuose forme di collaborazione con l’Ordine degli psicologi e, allo stesso tempo, costituisce il punto di arrivo di un lungo percorso di sensibilizzazione, di riflessione e di formazione che vuole mettere al centro la tutela delle vittime vulnerabili”.

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