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Nella Sicilia in giallo torna la voglia di mostre e musei

Nella Sicilia in giallo torna la voglia di mostre e musei

Nella Sicilia in giallo torna la voglia di mostre e musei

Hanno riaperto, finalmente, dopo una pausa durata mesi i musei anche in Sicilia.

Dopo l’annuncio della “zona gialla” nelle scorse settimane, mostre ed esposizioni stanno via via provando a tornare alla normalità.

Le nuove regole, infatti, permettono in tutta l’Isola (con esclusione dei Comuni dichiarati “zona rossa”) la riapertura dei Musei nei giorni feriali: dal lunedì al venerdì (restano esclusi, per il momento almeno, weekend e festivi).

Nonostante le tante difficoltà, la voglia di ripartire da Est a Ovest della Sicilia è tanta. A dimostrarlo, ad esempio, la mostra “Ritratto di ignoto - Un artista chiamato Banksy” - che a Palermo ha superato i 1700 visitatori in cinque giorni tra il Loggiato San Bartolomeo e Palazzo Trinacria.

Code ordinata e ingressi contingentati per le visite in sicurezza. E tanta gente ha dovuto rinunciare, appena è stato dichiarato il sold out.

La mostra “Ritratto d’ignoto. Un artista chiamato Banksy” era stata inaugurata nell’ottobre scorso, a pochi giorni di distanza da “Heroes - Bowie By Sukita”. Ma tutte e due le esposizioni avevano dovuto chiudere i battenti appena un mese dopo l’inaugurazione.

Ora la grande mostra che raccoglie cento scatti iconici del Duca Bianco realizzati dal maestro giapponese Masayoshi Sukita, è stata invece prorogata fino al 30 aprile a Fondazione Sant’Elia.

Non tutti sono ripartiti e per tornare alla normalità ci vorrà ancora tempo, ma qualcosa, nel rispetto delle norme anticontagio, si può già tornare a fare: una piccola luce in fondo al tunnel.

All’Antonio Pasqualino di Palermo tornano pupi, burattini e marionette

Il passaggio della Sicilia in zona gialla ha segnato anche la riapertura del Museo delle Marionette Antonio Pasqualino. È possibile visitare la collezione, nel rispetto delle norme anticovid, su prenotazione, chiamando il numero 091/326080, il lunedì dalle 10 alle 14 e, dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 18. La collezione custodisce oltre 5000 pezzi, fra marionette, pupi, burattini, ombre, attrezzature sceniche e cartelloni provenienti da tutto il mondo. Tra questi, il Museo conserva la più vasta e completa collezione di pupi di tipo palermitano, catanese e napoletano, e numerosi materiali utilizzati nelle altre tradizioni del teatro di figura che sono state dichiarate dall’Unesco Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità: oltre all’opera dei pupi siciliani, il Ningyo Johruri Bunraku giapponese, il Wayang Kulit indonesiano, lo Sbek Thom cambogiano, il Namsadang Nori - Kkoktu-gaksi Norum coreano, il Karagöz turco e le Rūkada Nātya dello Sri Lanka.

La collezione è inoltre arricchita da importanti opere d’arte contemporanea realizzate per tre spettacoli che tra gli anni Ottanta e Novanta furono prodotti dal Museo internazionale delle marionette: le scenografie di Renato Guttuso utilizzate nello spettacolo Foresta-radice-labirinto di Italo Calvino, regia di Roberto Andò (1987); le marionette e macchine sceniche realizzate dall’artista e regista polacco Tadeusz Kantor per lo spettacolo Macchina dell’amore e della morte (1987); e i pupazzi di Enrico Baj realizzati per lo spettacolo Le bleu-blanc-rouge et le Noir dell’Arc-en-terre di Massimo Schuster. Di recente acquisizione, le marionette da tavolo che Enrico Baj realizzò per altri due spettacoli di Massimo Schuster: Roncisvalle e Mahabharata.

castello ursino catania

Nel Catanese riaprono i musei e il capoluogo etneo sperimenta la nuova formula “un biglietto per due”

A Catania hanno riaperto i musei della Città metropolitana di Catania. Ecco cosa si può visitare. Alle Ciminiere: il Museo del Cinema (ultimo ingresso alle 15.30), il Museo storico dello Sbarco in Sicilia - 1943 (ultimo ingresso alle 15), la Mostra delle Antiche Carte geografiche ‘La Gumina’ (ultimo ingresso alle 16.30) A Caltagirone: il Museo della fotografia e lan Mostra del Fischietto di terracotta di Caltagirone (ultimo ingresso ore 16) in via Principessa Maria Josè n. 7/9.

Fino al 12 marzo a Catania, inoltre, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 19, acquistando un ingresso per il Museo Civico del Castello Ursino sarà possibile visitare nella vicina Galleria d’arte moderna una selezione di opere dell’artista e scultore Eugenio Russo provenienti dall’esposizione del Museo Emilio Greco, attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione. Le diverse figure dell’universo femminile ritratto da Russo ‘dialogheranno’ per l’occasione con alcuni capolavori esposti nel Castello Ursino come la “Statuetta raffigurante Igea”, dea della salute e dell’igiene di epoca romana o il “Torsetto di Afrodite” di epoca ellenistica; le opere di ispirazione religiosa si confronteranno con la cinquecentesca “Madonna col Bambino” della Bottega di Lorenzo Credi o l’Ottocentesca “Madonna del Giglio” di Giuseppe Rapisardi, padre del più noto pittore ottocentesco catanese Michele.

A Catania, anche il Teatro Stabile ha riaperto i suoi spazi, ma per una mostra. Anche se non è ancora possibile riprogrammare gli spettacoli in cartellone, la zona gialla in Sicilia ha consentito di dare avvio al progetto speciale “Turi Ferro, un artista siciliano. Celebrazioni nei 100 anni dalla nascita”, che lungo i prossimi mesi si dispiegherà in una serie di iniziative - mostre, seminari, spettacoli, pubblicazioni, documentari - realizzate in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, con la Fondazione Domenico Sanfilippo editore, con l’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano e la Fondazione Turi Ferro.

La mostra “Turi Ferro e il Teatro Stabile. Storia di un amore”, curata da Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla, sarà la prima tappa di questo lungo percorso: da ieri è aperta al pubblico, seppur con ingressi regolati da turni contingentati per fascia oraria e con prenotazione obbligatoria, così da garantire il massimo rispetto delle norme imposte dall’emergenza Covid19. “Sono particolarmente felice che questa mostra dedicata a Turi Ferro sia il primo appuntamento che ci consente di tornare a incontrarci dal vivo nel nostro Teatro”, commenta il direttore Laura Sicignano.

“C’è più di un motivo per cui il nostro tributo a Turi Ferro - aggiunge - quest’anno non ha un intento solo celebrativo. La figura di Turi Ferro è emersa nello scenario del Dopoguerra italiano: lui stesso ha operato come artista in grado di concorrere in quel momento alla ricostruzione del Paese. Oggi noi ci ritroviamo ad attraversare una contingenza che ha molto a che fare con quella fase: il Teatro condivide con tutta la società la necessità di ripartire, ma anche la consapevolezza che ri-partire significherà ri-costruire. Ecco che - sottolinea Laura Sicignano - in questa prospettiva Turi Ferro ci è di ispirazione”.

Il Pepoli di Trapani ritrova i suoi visitatori con “La Città Aurea”

Riapre al pubblico, dopo la lunga pausa dovuta alle misure di contenimento del Covid, la mostra documentaria “La Città Aurea. Urbanistica e Architettura a Trapani negli anni Trenta”, curata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani in collaborazione con il Museo regionale “Agostino Pepoli”, dove è allestita. L’esposizione fa parte di un progetto voluto dalla Presidenza della Regione Siciliana e dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana per ricostruire e approfondire le trasformazioni del tessuto urbanistico ed architettonico della Sicilia nel periodo tra le due guerre.

“Riapriamo questa importante mostra sulle trasformazioni urbanistiche negli anni Trenta - sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - con la consapevolezza che l’emergenza dovuta al covid non è cessata, ma con la ferma certezza che la cultura rappresenti la vera rinascita di tutti noi. Ci attende una primavera di intense iniziative culturali - aggiunge Samonà - che stiamo predisponendo in tutta la Sicilia”.

L’esposizione di Trapani segue un itinerario espositivo che ha già toccato le province di Catania, Agrigento, Ragusa ed Enna, e che continuerà nelle prossime settimane - compatibilmente con l’apertura dei Musei - con le altre città capoluogo. Tra gli edifici-simbolo la Casa del Mutilato, la Casa del Balilla, la Casa della Madre e del Bambino in cui la sobrietà costruttiva si coniuga ad un chiaro linguaggio razionalista.

A questo si aggiungono le opere di ingegneria militare, che presentano interessanti intuizioni strutturali realizzate da Pierluigi Nervi, il programma di edilizia popolare e la fondazione dei borghi rurali intitolati a Livio Bassi e Amerigo Fazio, con cui il territorio partecipa all’ambizioso programma di transizione agraria della Sicilia dal latifondo al podere.

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