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Pescatori Mazara, il vicepremier libico, presto una soluzione

Pescatori Mazara, il vicepremier libico, presto una soluzione

Pescatori Mazara, il vicepremier libico, presto una soluzione

PALERMO -  "Sappiamo che la questione dei pescatori italiani è una questione umanitaria e vogliamo vederli tornare a casa molto presto, ma allo stesso tempo dobbiamo rispettare le questioni legali dei due Paesi. Sono entrati nelle acque libiche illegalmente" e sono stati fermati.

"Quindi dobbiamo affrontare questo problema tenendo presente che ci sono molti problemi legali per risolverlo, ma penso di essere sicuro di poterli risolvere molto presto".

Lo ha dichiarato il vicepremier del Governo di accordo nazionale libico, Ahmed Maitig, ai Med Dialogues 2020 di Roma.

Non sono dunque in alto mare le trattative per la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo in Libia ormai da 90 giorni.

Resta comunque forte la preoccupazione, espressa ieri anche dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, nel corso della seduta d’aula a Sala d’Ercole e rispondendo agli interventi di diversi deputati che chiedevano di attivare iniziative per riportare a casa i pescatori.

Mi risulta che ci siano contatti con la Libia ma lì la situazione è complessa e delicata – ha detto Miccichè -. Possiamo anche fare un dibattito d’aula all’Ars, ma non vorrei che possa complicare la situazione perché da un lato sarebbe giusto ‘alzare i toni’ ma al tempo stesso alzando i toni rischiamo di essere dannosi. Prima di ogni passo è opportuno che io abbia un confronto con la Farnesina”.

A chiedere il dibatto in aula era stato Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd.

Miccichè ha poi chiesto al personale parlamentare di esporre di nuovo sulla facciata di Palazzo dei Normanni il grande lenzuolo con la frase di Papa Francesco “preghiamo insieme per i pescatori e per la Libia, in silenzio”, che era stato appeso nei giorni scorsi.

A livello nazionale dura la presa di posizione - prima della dichiarazione del vicepremier libico - di Urania Papatheu di Forza Italia che con i colleghi di partito ieri ha protestato davanti alla Farnesina, sede del Ministero degli Esteri. La senatrice ha inviato un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la liberazione dei marittimi italiani. “è inaccettabile che un Paese come l’Italia non sia in grado di sbloccare una vicenda che andava risolta in pochi giorni e invece è diventata un calvario per i marittimi e un dramma per le loro famiglie”.

Una lettera firmata da rappresentanti di Camera, Senato e Ars è stata inoltre inviata al premier Conte e al ministro Di Maio per chiedere "un giro di vite nell’azione diplomatica che l'Italia sta portando avanti con la Libia per liberare i 18 pescatori di Mazara del Vallo prigionieri da ormai tre mesi di miliziani che sembra afferiscano al Generale Haftar”. Nella lettera si chiede di coinvolgere nella trattativa sia paesi che in quell’area esercitano grande influenza che la stessa Unione europea che possiede una importante forza diplomatica. I parlamentari hanno anche chiesto un sostegno economico per gli armatori e le famiglie dei pescatori, “essendo venuta a mancare la loro fonte di reddito e sostentamento”.

A sostegno della causa per il ritorno a casa dei marittimi italiani si schiera Raffaele Volpi, presidente del Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
“Credo che tale situazione non aggiunga certamente autorevolezza agli attori locali libici – ha detto Volpi - che dovrebbero immediatamente abbandonare un approccio, che se non fosse per i continuativi storici rapporti, parrebbe quasi un atteggiamento ostile avverso al nostro Paese”.

"Gli sforzi politici e diplomatici non possono allentarsi: i pescatori di Mazara vanno riportati a casa al più presto" ha scritto infine in una nota Erasmo Palazzotto , deputato di LeU.

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