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Pescherecci sequestrati in Libia, oggi pomeriggio presidio a Palermo

Pescherecci sequestrati in Libia, oggi pomeriggio presidio a Palermo

Pescherecci sequestrati in Libia, oggi pomeriggio presidio a Palermo

PALERMO - “Liberateli”. È questo l’appello per i 18 pescatori di Mazara del Vallo lanciato da un cartello di movimenti politici siciliani che hanno indetto una manifestazione per oggi alle 17 davanti al Teatro Massimo a Palermo.

In questi mesi sono stati solo i parenti dei pescatori e alcune associazioni sensibili a protestare per quello che è accaduto nel Mediterraneo l’1 settembre. Il dolore dei parenti si è riversato a Roma davanti Palazzo Montecitorio e in alcune piazze siciliane.

“I familiari dei pescatori - affermano in una nota i promotori dell’iniziativa - sono gli unici a pretendere notizie sulle condizioni dei loro cari e a chiederne la liberazione immediata. Silenzio assoluto o soltanto imbarazzanti interventi da parte della politica nazionale e regionale. Niente di concreto”.

Gli organizzatori della manifestazione chiedono con forza “un impegno decisivo sia al governo italiano che a quello siciliano di Musumeci, accusati di aver fatto fino ad ora ben poco per ottenere la liberazione dei pescatori siciliani”.

Di fronte all’indifferenza delle Istituzioni - conclude la nota - tutti i siciliani devono necessariamente scendere in piazza per riportare l’attenzione sul sequestro e per ottenere la loro liberazione”.

Sulla vicenda, ieri è arrivato anche l’appello del Vaticano “In questa Giornata Mondiale della Pesca - ha dichiarato il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale - il mio pensiero va ai pescatori di tutto il mondo che vivono disagi e difficoltà. Vorrei menzionare, in particolare, i diciotto pescatori di diverse nazionalità provenienti da Mazara del Vallo, in Sicilia, che sono trattenuti in Libia dal 2 settembre, senza possibilità di comunicare con le loro famiglie. Queste continuano ad aspettare con ansia informazioni sui loro cari e l’opportunità di parlare con loro. Ma, soprattutto, sono impazienti di riunirsi”.

“Per questa semplice ragione umanitaria – ha aggiunto il capo dicastero vaticano -, faccio appello ai Governi e alle Autorità nazionali competenti affinché risolvano questa penosa situazione e trovino una soluzione positiva attraverso un dialogo aperto e sincero”.

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