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Benvenute farine di insetti? Dubbi e potenzialità

Benvenute farine di insetti? Dubbi e potenzialità

Benvenute farine di insetti? Dubbi e potenzialità

L’UE ha dato il suo benestare all’introduzione di farine a base di proteine animali, in particolare grilli, nel mercato europeo. Resta il dibattito acceso fra detrattori e chi loda il nuovo corso.

La posizione di Coldiretti in merito viene riassunta dalla dottoressa Cinzia Zerbini, portavoce della Presidenza regionale siciliana. Ma agli interrogativi relativi a questo tema cerca di rispondere anche un nutrizionista catanese, Francesco Cantone.

Farine animali, parla Coldiretti Sicilia

“Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale - nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati - e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea".

"Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità, considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Tailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.

Il perché della diffidenza italiana

"È soprattutto una questione di cultura alimentare", esordisce il dottore Francesco Cantone, nutrizionista catanese. “La diffidenza nasce dalla tipologia di animale, ma le proteine contenute in questi specifici insetti sono proteine nobili. L’introduzione di queste farine animali può aiutare enormemente l’economia locale, impedendo lo sfruttamento dei grandi allevamenti, e introducendo nuove filiere a costi più bassi e qualitativamente superiori”, spiega.

Il nutrizionista concorda con Coldiretti commentando: "Certo, si devono creare strutture controllate in Europa e in Italia, molta della diffidenza nasce in particolare riguardo alla sicurezza di igiene e conservazione con cui in altri paesi questi alimenti vengono gestiti”.

Addio alla dieta mediterranea?

"La cosiddetta dieta mediterranea ormai non esiste quasi più. La carne rossa viene consumata più volte la settimana e le carni bianche sono anche esse frutto di allevamenti in batterie che sfruttano mangimi spesso a base di ormoni, che nulla hanno di naturale. Intervenire con allevamenti di grilli fa risparmiare terreno, essi si sviluppano in verticale, sono inseriti anche nelle diete vegetariane e vegane e possono consentire una reale alternativa alimentare, oltre che creare nuovi cibi per la crescente richiesta di risorse nutrizionali del pianeta”, dice Cantone.

L’unico problema, secondo il nutrizionista, potrebbero essere gli allergeni. "La chitina contenuta negli insetti appartenenti alla famiglia delle Gryllidae è uguale a quella dei carapaci e può creare intolleranza e allergia. Ma, escluso tale pericolo, è sicuramente un bene introdurre alimenti nuovi.”

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