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Capodanno in Sicilia, le regole per proteggersi dai botti 

Capodanno in Sicilia, le regole per proteggersi dai botti 

Capodanno in Sicilia, le regole per proteggersi dai botti 

In vista del Capodanno la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) lancia l’allarme sui botti di fine anno, che oltre a rappresentare un pericolo per la salute umana determinano danni pesantissimi sul fronte ambientale. In base ai dati ufficiali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tra il 2012 e il 2022 si sono registrati in Italia 6 morti e 3.040 feriti gravi a causa di petardi e fuochi d’artificio utilizzati nella notte di Capodanno, analizza lo studio.

Ma non sono solo gli esseri umani a subire le conseguenze dei botti: si stima che nell’ultima notte dell’anno siano circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti. C’è poi la questione ambientale, considerato che i botti di fine anno generano una impennata dell’inquinamento dell’aria: “durante tutto l’anno i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% di PM10 presente nelle città italiane – spiega Sima – ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, raggiungendo valori medi su 24 ore quasi tripli rispetto al normale limite giornaliero, fissato a 50 microgrammi per metro cubo ed un livello pari a 1.000 microgrammi per metro cubo nella prima ora dopo la mezzanotte (con un aumento del +1900% rispetto ai valori massimi di legge)”.

“Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani –. Prendendo in esame una singola città di medie dimensioni, i fuochi d’artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono arrivare a produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere”. Per questo Sima rivolge un appello ai sindaci di tutta Italia, “affinché in vista della notte di Capodanno varino ordinanze anti-botti che, oltre a salvare vite umane e tutelare gli animali, eviterebbero effetti devastanti sulla qualità dell’aria con benefici per la salute pubblica”.

Una pratica, quindi, quella dei botti, da non sottovalutare. Giorgio Pivato, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia della mano e Microchirurgia ricostruttiva dell’Irccs Humanitas, lancia un monito: “Le ferite provocate dai botti di Capodanno – spiega – possono essere “paragonabili a quelle delle mine da guerra o di una bomba a mano”.

Proprio per questo lo specialista avverte: “Non si tratta di ferite lievi, ma di traumi esplosivi ad alta energia che possono causare lesioni gravissime a tutte le strutture della mano”. Ferite che segnano a vita.

E le vittime più frequenti sono ovviamente “bambini e adolescenti”. Gli episodi più gravi “sono per lo più la conseguenza dell’uso sconsiderato di prodotti pirotecnici illegali”, spiega Pivato. “Le mani e le dita, oltre al volto, sono la parte più esposta all’esplosione da petardo e, quindi, sono anche le più a rischio di incidenti che possono lasciare esiti invalidanti e permanenti. Le lesioni che questi petardi producono su ossa, tendini e legamenti sono paragonabili a quelle delle mine da guerra o di una bomba a mano”, ribadisce l’esperto che spiega come comportarsi in caso di incidenti del genere e offre anche cinque consigli ‘salva mani’.

Cosa fare se un petardo scoppia in mano?

L’esplosione “genera una ferita da scoppio associata a lesioni da ustione che non si può medicare con ‘garza e cerotto’ – precisa il chirurgo – La prima cosa da fare è applicare un laccio (una cinghia, un laccio di scarpa) a monte della lacerazione dei tessuti in modo da rallentare il sanguinamento, e correre subito al più vicino pronto soccorso o chiamare i soccorsi per essere accompagnati in un centro specializzato nel trattamento delle patologie della mano. Non applicare alcun tipo di tessuto sulla lacerazione per evitare residui di fibre, tenere l’arto sollevato e non rimuovere il laccio fino all’arrivo del personale dell’ambulanza o del pronto soccorso”.

Infine, Pivato elenca cinque regole d’oro per proteggere il futuro dei propri arti, “consigli salva mani” da tenere sempre in mente:

Non acquistare materiale esplosivo presso rivenditori non autorizzati e non utilizzare ordigni costruiti artigianalmente in casa: non esistono botti ‘sicuri’; anche quelli certificati Ce, che possono essere venduti liberamente, devono obbligatoriamente riportare sulla confezione la certificazione del prodotto, la categoria di appartenenza, qual è la distanza di sicurezza, e la modalità d’uso.

Rimanere sempre vigili nell’impiego di ogni tipo di petardo: una volta accesa la miccia, lanciare il petardo in direzione sicura (mai verso altre persone, mai da balconi e finestre) e allontanarsi velocemente. Non trattenere il petardo in mano perché nulla può proteggere gli arti dagli effetti dell’esplosione.

Leggere le etichette: i petardi devono sempre essere accesi lontano da case, automobili e altri oggetti infiammabili. Mai accenderli dentro contenitori di alcun tipo perché l’esplosione potrebbe generare schegge pericolose per se stessi e per le persone intorno.

Non avvicinarsi mai a un petardo che non è esploso: soprattutto mai maneggiarlo, prenderlo in mano o provare a riaccenderlo. Se un fuoco d’artificio non si accende subito non ritentare, buttalo via.

L’utilizzo di petardi e botti, se proprio non se ne può fare a meno, sarebbe raccomandato sempre in presenza di un adulto consapevole dei rischi.

Ma tra tutte le raccomandazioni utili, è in conclusione il messaggio, “quella che salva le mani è la più semplice: stiamo lontani dai petardi, evitiamo di farli esplodere e avvicinarci a chi li sta usando. Non sono giochi”.

redazione

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