ROMA - Le App ideate per tracciare i contatti e circoscrivere la diffusione del coronavirus hanno avuto un successo inferiore alle aspettative nei Paesi in cui sono state introdotte, seppure con differenze legate ai tempi di lancio del dispositivo, agli ostacoli tecnici incontrati e alla diversa accoglienza da parte degli utenti, molti dei quali preoccupati da eventuali limitazioni alla tutela della privacy.
In Germania la App è stata lanciata a giugno, e considerata “un importante strumento addizionale per tenere bassi i tassi di contagio ma non una panacea”, come sottolineato dal portavoce del governo Steffen Seibert. In un paese i cui abitanti sono abituati a tutelare gelosamente la sicurezza e il controllo dei dati personali, l’App è stata generalmente bene accolta e ha fatto registrare 18.4 milioni di download in Germania e 400mila all’estero al 20 settembre scorso su una popolazione di circa 83 milioni di abitanti.
Dati negativi in Francia, dove StopCovid è stata lanciata all’inizio di giugno, e a metà agosto era stata scaricata 2,3 milioni di volte su una popolazione di 67 milioni di abitanti. Il dispositivo è stato contestato nel paese perché a differenza di quelli adottati negli altri paesi europei, che conservano i dati localmente sugli smartphone invece di raccoglierli su un server esterno, è stato adottato l’approccio centralizzato. Nel paese molte sono state le critiche al rischio di mancato rispetto della privacy.
SwissCovid, sviluppata da Epfl, Scuola politecnica federale di Losanna e basata sul protocollo decentralizzato, è stata introdotta a maggio. Circa 1,6 milioni di persone la usa attualmente in Svizzera ed i download su una popolazione di 8,5 milioni sono stati 2,3 milioni.
In Spagna, la App Radar Covid è pienamente operativa in tutte le 17 regioni autonome dal 15 settembre. Alla fine della prima settimana di settembre solo 3,5 milioni di persone avevano eseguito il download. Per il governo, un minimo di 9 milioni di persone (20% della popolazione) potrebbero ridurre la diffusione della pandemia di un terzo.
In Norvegia già a giugno le autorità sanitarie hanno sospeso la App a causa delle contestazioni avanzate dall’agenzia nazionale per la protezione dei dati. Le autorità stanno ora cercando di approntare una soluzione per Natale.
Nel Regno Unito la App per l’Inghilterra e il Galles ha fatto registrare 12,4 milioni di download alla fine di settembre. In Irlanda del nord, i download erano 300mila a fine agosto.
In Islanda il tasso di utenti è stato alto fin dall’inizio, pari al 40% circa della popolazione, con un aumento all’inizio della stagione turistica.
In Portogallo è stata una partenza in salita, con tanto di critiche da parte dei gruppi per i diritti dei consumatori sul funzionamento e sul rispetto della privacy. Inoltre circa 800mila cellulari - su una popolazione di 10 milioni di persone - non possono installare il dispositivo a causa di software incompatibili.
In Italia, dopo una partenza un po’ travagliata, l’app Immuni ha recentemente superato la soglia dei 7 milioni di download.
Lascia una risposta