L’inflazione continua a colpire le famiglie siciliane, soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità. A giugno 2025, l’indice dei prezzi al consumo (Nic) in Sicilia ha registrato una variazione annua del +1,5%, secondo i dati Istat.
Famiglie siciliane, rincari medi di 337 euro all’anno
L’aumento dei prezzi si traduce in una spesa aggiuntiva per la famiglia media dell’Isola di 337 euro all’anno, che si concentrano principalmente su alimentari, bevande, detersivi e benzina, i prodotti acquistati più frequentemente e difficili da rimandare.
Differenze provinciali: Siracusa e Catania nei dati
Tra le province siciliane, Siracusa registra un’inflazione del +2,5%, posizionandosi nella top ten nazionale delle città più costose, con un aggravio annuale di 579 euro. Catania si attesta al 1,5%, poco sotto la media italiana, mentre Trapani si distingue positivamente con un’inflazione dell’1%.
Palermo, un caso emblematico
Nel capoluogo siciliano l’inflazione a giugno è stata del +1,4%, con prezzi dei beni in aumento dell’1,2% e dei servizi dell’1,8%. Preoccupano i rincari per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, saliti del 2,2%. L’inflazione “di fondo”, al netto di energia e alimentari freschi, resta stabile all’1,7%.
L’allarme dell’Unione Nazionale Consumatori
Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, sottolinea come l’aumento costante dei prezzi degli alimentari e del carrello della spesa rappresenti una “stangata” soprattutto per le famiglie meno abbienti. Per una coppia con due figli la spesa annua aggiuntiva può superare i 630 euro.
Sicilia sotto la media nazionale, ma con rincari pesanti
Sebbene la Sicilia registri un’inflazione complessiva leggermente inferiore alla media nazionale (1,5% vs 1,7%), i rincari sui beni di consumo frequente si avvicinano al dato nazionale. A livello nazionale, le regioni più colpite sono Trentino, Friuli Venezia Giulia e Lazio, mentre il Molise è la regione più virtuosa con solo +1% di inflazione.
Le città italiane con la maggiore inflazione e i rischi per le famiglie
Bolzano, Rimini e Venezia sono le città più colpite, con rincari che superano i 600 euro annui a famiglia. Le città più virtuose sono Pisa, Olbia-Tempio e Vercelli. Il rischio è che anche piccoli aumenti mensili diventino un peso insostenibile per le fasce più vulnerabili della popolazione, riducendo l’accesso ai beni essenziali.
di Michele Giuliano
1 Commenti
Il mafioso, il camionista, il forzista, l'estorsione notturna....e la circonvenzione, violazione di domicilio..
Non cambia nulla .