Parte al ribasso la stagione dei saldi con una contrazione delle vendite di oltre il -10% rispetto ai primi 9 giorni di saldi del 2019, anno pre-covid con cui è necessario tracciare il benchmark delle vendite, in quanto nel 2020 i saldi sono partiti il 4 agosto, con un mese di ritardo.
Gli esercenti che hanno contenuto maggiormente l'andamento negativo appartengono al settore abbigliamento, calzature e accessori, mentre per il non food le perdite toccano picchi del -40%.
Questi i dati emersi dalla survey semestrale del Centro studi retail Confimprese, che ha analizzato il trend di vendite dal 3 all'11 luglio, inclusivo quindi dei primi due fine settimana di saldi, su un campione composto per l'80% da insegne dei settori abbigliamento, kids, calzature, accessori e ottica e per il 20% da arredo casa e beauty/cura persona.
"Rispetto al periodo pre-pandemia - dichiara Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese - la dinamica rimane negativa e la strada per il pieno recupero è ancora lunga.
Chiudere con un negativo a due digit nei primi 9 giorni, che in genere sono quelli di maggiore traffico nei negozi in periodo di saldi, ha un impatto importante sui bilanci aziendali e implica probabili giacenze di invenduto a fine stagione.
Tuttavia, considerando anche l'assenza dei turisti stranieri high spender come asiatici e americani, la flessione non è più assimilabile ai cali drammatici a cui ci avevano abituato le rilevazioni durante i periodi di lockdown totale o parziale.
Quanto al -40% del non food, tale flessione dipende dalla dinamica meno severa durante il periodo del Covid".
(ASKANEWS)
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