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Aeroporti e crisi covid, la ripresa è una sfida

Aeroporti e crisi covid, la ripresa è una sfida

Aeroporti e crisi covid, la ripresa è una sfida

PALERMO - Un annus horribilis, per il settore dei trasporti aerei, il 2020. La pandemia ha costretto tutti a fermarsi, e anche quando è stato possibile riprendere a muoversi, in molti hanno scelto di farlo su mete locali, riducendo di fatto di molto il traffico aereo mondiale.

In Sicilia, questo doveva essere, secondo gli operatori economici del settore, l’anno che doveva segnare l’affermazione definitiva dei due maggiori scali siciliani e il decollo dei due minori. Ma ancora nulla è perduto, e nonostante il percorso si faccia maggiormente in salita, si può e si deve sempre pensare in positivo.

Il settore è stato argomento dei lavori di Travelexpo, la borsa del turismo che si è svolta in una tre giorni a Città del mare a Terrasini, nel palermitano. Ad essere stato attivato un tavolo in cui i rappresentanti degli aeroporti siciliani hanno tratteggiato le sfide future che dovranno affrontare nel post covid.

“Veniamo dai 7 milioni di passeggeri del 2019 – ha detto Giovanni Scalia, amministratore delegato di Gesap, società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo – era tutto pronto per l’arrivo di United, e a maggio 2021 doveva approdare a Palermo anche Turkish. Poi è venuto il lockdown e oggi siamo a parlare di una prima normalità: in due mesi calo del 40% sicuramente inferiore a quello del 70% che si è registrato in Europa”.

Un momento critico, senza dubbio, ma che ha dimostrato come la meta Sicilia rimanga ambita e che quindi c’è ampio margine di recupero. Al momento, hanno detto alla conferenza dalla Gesap, tutte le compagnie che volavano prima del covid continuano a volare anche ora da Palermo e anzi si è aggiunta pure Wizzair, grande compagnia aerea europea che mancava dall’aeroporto.

“Per questo ci stiamo preparando al futuro con il restyling dell’aeroporto – ha continuato Scalia - che ci consegnerà uno scalo di dimensioni maggiori del 40%, più negozi, più ristoranti con maggiori servizi, più controlli di sicurezza. Per ora possiamo sopravvivere ma se ci faremo trovare pronti avremo un vantaggio sulle destinazioni concorrenti”.

Il 2020 rappresenterà quindi un momento di svolta, di crescita, tirando fuori da tutti quelle capacità che spiccano quando si deve affrontare un evento tragico e imprevisto.

“Le conseguenze del covid sul trasporto aereo – ha sottolineato Giuseppe Mistretta, presidente di Soaco, società di gestione dell’aeroporto di Comiso – saranno le stesse di quelle che ebbe l’11 settembre. La sfida è legata alla digitalizzazione e all’utilizzo delle tecnologie per rendere sicuro il trasporto dei passeggeri, evitando contatti e scambio di documenti. Il futuro di Comiso dipende anche dal fatto che la Regione ha deciso di farne il terminal cargo mentre dal 1 novembre inizieranno i voli in continuità territoriale, con due voli al giorno per Roma e uno per Milano”.

Anche nel futuro prossimo dello scalo trapanese di Birgi c’è l’avvio delle rotte in continuità territoriale ma anche il fatto che lo scalo è stato scelto per il disassemblaggio degli aeroplani. Luigi Vallero, general manager della nota compagnia aerea Dat, ha tracciato un quadro realistico della situazione vissuta, ma non negativo: “Durante il confinamento abbiamo tenuto a terra 18 aerei su 20, e, di questi due, uno era in Sicilia per collegare Lampedusa e Pantelleria all’isola maggiore.

Insieme ad Alitalia siamo stati gli unici a volare sull’isola facendo 10/12 passeggeri al giorno su un totale di 4 voli. In estate abbiamo registrato un turismo di prossimità e anzi agosto è andato ancora meglio di quello scorso. Dat investirà ancora in Italia, l’idea sarebbe quella di una mini continuità per far ripartire il comparto aereo”.

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