Arriva il
Condono edilizio e "Il Sole 24 Ore" rivela le tipologie di difformità della misura, voluta dal vicepremier e
Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Nello specifico sono
3 i casi: natura formale, interne e le più pesanti che non sono sanabili a causa del regime di doppia conformità. Dunque sono 3 i tipi di difformità della norma salva-case.
Le casistiche: i dettagli sul Condono Edilizio
Il primo caso riguarda la difformità di
natura formale. Ad esempio il disallineamento tra il progetto e quanto realizzato materialmente in cantiere. Nella seconda possibilità figurano le
difformità interne quali le modifiche stratificate nei decenni con spostamenti di tramezzi e aperture di porte. Infine sono considerate pure le "difformità più pesanti, non sanabili per effetto del regime della
doppia conformità, che richiede il rispetto di un incrocio di verifiche difficile da superare per moltissimi interventi". In sostanza sanarle permetterebbe di legittimare lavori consolidati negli anni su singoli elementi: muri, soppalchi, finestre, nicchie, cornicioni, porte o balconi che bloccano la circolazione e la ristrutturazione degli immobili. Tutto ciò "blocca" letteralmente i cassetti degli
uffici comunali.
Lavori prima del 1977
I lavori realizzati prima del
1977, l'anno della
legge Bucalossi, non prevedevano varianti in corso d'opera. Le modifiche, pure se rientravano in varianti definite "leggere" o non essenziali, non erano corrette. Quindi ad oggi provocano le difformità. Per fare un esempio una finestra presente nel progetto poi non realizzata o un cornicione di 30 centimetri ma nella realtà di mezzo metro.
Prima del 1977 nel momento in cui si realizzava il progetto di un edificio non si presentavano le planimetrie di tutto bastava un "piano tipo". In fase di realizzazione degli immobili alcuni elementi potevano essere modificati. Oggi però queste sono considerate difformità. Presente il terzo livello ovvero difformità che potevano essere sanate nel corso della realizzazione dell'intervento ma che ora non sono più regolarizzabili a causa del meccanismo della doppia conformità.
In sintesi sulla base del
Testo unico edilizia si possono sanare soltanto elementi conformi alle regole del momento di realizzazione e della richiesta della sanatoria. Il decreto del vicepremier intende eliminare proprio questo doppio ostacolo.
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