Gli interventi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare, e in particolare il Superbonus 110%, stanno aiutando il settore delle costruzioni a risollevarsi da una crisi che dura dal 2008 e l’emergenza sanitaria ha in parte accentuato.
Su questa piccola ripresa pende però una sorta di “spada di Damocle”: la fiammata delle materie prime.
A rilevarlo una indagine condotta dal Centro studi della Cna, dedicata a "La ripresa del settore delle costruzioni tra agevolazioni e aumenti delle materie prime", cui ha partecipato un campione rappresentativo di imprese artigiane, che operano nei comparti della installazione di impianti, dell’edilizia, dei serramenti.
Il 57% assicura che l’introduzione delle misure agevolative a favore della filiera delle costruzioni sta avendo un impatto positivo sulla propria attività.
Oltre a dare un impulso alla domanda nella filiera delle costruzioni, gli incentivi stanno avendo un effetto benefico anche sulla organizzazione delle imprese, mettendole nelle condizioni di accrescere competenze e "catalogo".
Il 33,7% ha ampliato il ventaglio dell’offerta di lavori e servizi, adeguandola agli interventi sostenuti, il 27,8% ha assunto nuovo personale, il 23,3% sta sperimentando nuovi fornitori.
Quasi 4 imprese su 5 (il 79%, per la precisione) del campione segnalano aumenti nei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature rispetto ai corsi di un anno fa, prima che scoppiasse la pandemia.
Le altre imprese, per ora, cercano di attenuare i danni rinegoziando i prezzi applicati alla clientela o rivolgendosi al mercato per trovare nuovi fornitori.
Alternative deboli, tanto che quasi il 70% delle imprese teme una riduzione dell’effetto espansivo delle agevolazioni che, per una impresa su cinque, potrebbe assumere una dimensione davvero significativa.
Un danno destinato a riverberarsi sull’intero sistema Italia, in termini di mancata crescita dell’occupazione, dei consumi, del prodotto interno lordo e delle entrate fiscali.
(askanews)
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