La Sicilia rischia di essere una delle regioni italiane più penalizzate dai dazi che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, vuole imporre sull’Unione Europea. Secondo un’analisi della Cgia di Mestre, la regione è tra le meno diversificate a livello di export, e ciò la rende particolarmente vulnerabile a restrizioni commerciali.
Cgia di Mestre: Sicilia al terzo posto per mancanza di diversificazione
Lo studio della Cgia evidenzia che la Sicilia ha un indice di diversificazione dell’export pari all’85%, principalmente concentrato nei prodotti della raffinazione petrolifera. Peggio solo la Sardegna (95,6%), dominata dalla stessa voce, e il Molise (86,9%), con un export incentrato su chimica, plastica e auto.
Al contrario, le regioni del Nord Italia, con un export più variegato, sono molto meno esposte ai rischi dei dazi: la Lombardia guida la classifica con il miglior indice (43%), seguita da Veneto, Puglia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Piemonte.
Marano (M5S): “I dazi USA sono il colpo di grazia al Made in Italy”
Durissimo il commento della parlamentare regionale Jose Marano (M5S): “L’offensiva commerciale di Trump con dazi al 30% è il colpo di grazia alle nostre aziende e al sistema produttivo nazionale.” A preoccupare è anche la prospettiva di portare le spese militari italiane al 5% del PIL, pari a oltre 100 miliardi di euro l’anno, che andrebbero a sottrarre risorse vitali al welfare e all’economia civile.
“Scenario preoccupante: servono investimenti sociali, non militari”
Marano denuncia l’inadeguatezza della risposta politica, sottolineando come le vere priorità italiane siano altre:
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Sanità pubblica
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Sicurezza sul lavoro
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Lotta al caro vita
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Istruzione e dispersione scolastica
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Energia e ambiente
“Con 70 miliardi potremmo costruire una vera architettura socio-economica, invece si preferisce il riarmo”, afferma la deputata.
“Investimenti proibiti”: cosa si potrebbe fare con 70 miliardi
La parlamentare siciliana propone un’alternativa concreta all’aumento delle spese militari:
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+20 miliardi per la sanità
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+10 miliardi per l’istruzione
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+10 miliardi per chi non ha reddito
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+10 miliardi per la sicurezza pubblica
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+10 miliardi per la sicurezza sul lavoro
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+10 miliardi contro il dissesto idrogeologico
“Invece rischiamo povertà economica, devastazione e distruzione in tutta Europa.”
Le città italiane che esportano di più verso gli Stati Uniti
A livello territoriale, i principali poli dell’export italiano verso gli Stati Uniti nel 2024 sono:
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Milano – 6,35 miliardi €
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Firenze – 6,17 miliardi €
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Modena – 3,1 miliardi €
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Bologna – 2,6 miliardi €
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Torino – 2,5 miliardi €
Queste cinque città rappresentano quasi un terzo delle esportazioni italiane totali verso gli USA, rendendo evidente come il Nord sia sia più esposto in valore assoluto, ma anche più resiliente grazie alla diversificazione settoriale.
Serve una strategia industriale per il Sud
La Sicilia, come altre regioni del Mezzogiorno, paga una struttura produttiva troppo concentrata e poco innovativa. I dazi americani sono solo uno dei sintomi della fragilità di un sistema che necessita una strategia industriale nazionale per valorizzare le eccellenze locali e diversificare l’economia.
di Luigi Ansaloni
1 Commenti
L'estorsore politico della porta accanto con il cellulare...
Il presidente Trump e un uomo d’affari ..proporre business.