A partire dal prossimo anno sono previste importanti novità in merito all’Assegno di inclusione. Stiamo parlando dello strumento introdotto dal Governo Meloni, che di fatto ha sostituito il Reddito di cittadinanza. Tuttavia rispetto alla sua introduzione sono state inserite delle novità già a partire dal prossimo anno, con la decurtazione di una mensilità ogni 12 mesi per i beneficiari dello strumento.

I cambiamenti non dipendono da una decisione presa dal governo. Nello specifico il fatto che nel 2025 cambia la durata dell’Assegno di inclusione è dovuto a regole già previste dalla normativa originaria, quel decreto n. 48 del 2023 con il quale viene disciplinata la nuova misura di sostegno al reddito. Tale norma stabilisce che a differenza del Reddito di Cittadinanza viene ridotta la durata dopo il primo rinnovo, che passa da 18 a 12 mesi.

Assegno di inclusione, cosa prevede la norma

Per essere in grado di comprendere le ragioni per cui a partire dal prossimo anno cambierà la durata dell’Assegno di Inclusione risulta necessario essere a conoscenza del regolamento, poiché in prima istanza l’Assegno di inclusione spetta per un massimo di 18 mensilità consecutive. Successivamente è possibile fare la richiesta di rinnovo della prestazione, che si può inviare dal mese successivo a quello in cui risulta esserci stato l’ultimo pagamento.

In sostanza la vera novità per cui l’Assegno di inclusione si differenzia dal Reddito di cittadinanza è data dal fatto che nei periodi successivi al primo rinnovo la durata massima dell’Assegno di inclusione scende a 12 mesi (non più 18). Ogni 12 mesi ci sarà quindi un mese di sospensione. Ciò comporta che le mensilità percepite non saranno più 12 ma 11.