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L’inflazione in Sicilia continua a salire

L’inflazione in Sicilia continua a salire

L’inflazione in Sicilia continua a salire

PALERMO - L’inflazione in Sicilia continua a salire, in maniera vertiginosa e risultati drammatici, sulla vita di tutte le famiglie, che vedono i propri soldi perdere di valore di giorno in giorno.

L’Unione nazionale dei consumatori ha elaborato i dati forniti dall’Istat relativi al mese di dicembre appena trascorso, e la Sicilia, sebbene non sia la regione più cara d’Italia, si pone al settimo posto, e raggiunge il primato della percentuale in aumento dell’inflazione annua, che arriva al 14,2%. Ben più alta della media nazionale, che si ferma all’11,6%.

Palermo e Catania si trovano tra le 10 più inflazionate in tutta la penisola

La percentuale si traduce, per i siciliani, in un rincaro annuo, per la famiglia media, di 2.654 euro, al di sopra, anche in questo caso, della media nazionale, che si ferma a 2.522 euro a famiglia. Se si guarda poi alle singole città, Palermo e Catania si trovano tra le 10 più inflazionate in tutta la penisola: Catania, con una percentuale del 14,7%, e un rincaro di 2.918 euro, si trova all’ottavo posto, subito seguita da Palermo, al 14,6%, e una spesa di 2.899 euro. Ancora nella parta alta della classifica c’è Messina, con una inflazione del 13,9%, e un rincaro di 2.651 euro.

“L'inflazione che si registra già nei primi mesi dell’anno è allarmante - così in una nota il deputato regionale della Lega all’Ars Vincenzo Figuccia -. Non accetteremo che i cittadini paghino il prezzo di un aumento insostenibile che coinvolge anche i beni di prima necessità. A farne le spese sono certamente le famiglie e quei giovani che stanno sperimentando l’inflazione più alta degli ultimi 40 anni. Certi della sensibilità del ministro Giorgetti, auspichiamo che si dia continuità alle iniziative proposte dal Mise per arginare questa dilagante crescita dei prezzi”.

A livello nazionale, in testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care, Bolzano, dove l’inflazione è pari a +12,5%, che si traduce nella maggior spesa aggiuntiva, equivalente, in media, a 3.322 euro su base annua. Al secondo posto Milano, dove il rialzo dei prezzi del 12%, l’undicesima inflazione più elevata, determina un incremento di spesa annuo pari a 3.258 euro per una famiglia media.

Sul gradino più basso del podio, Trento che con +12,3% ha una spesa supplementare pari a 3.219 euro annui per una famiglia tipo.

La città più virtuosa è Potenza, con un’inflazione del 9,2% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a 1.817 euro. Al secondo posto Catanzaro (+10,2%, +1.905 euro). Medaglia di bronzo per Reggio Calabria (+10,5%, +1.961 euro). La città con inflazione più bassa d’Italia è Aosta, con +8,5% (2.104 euro). In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione a dicembre pari a +12,3%, il Trentino Alto Adige, che registra a famiglia un aggravio medio pari a 3.196 euro su base annua. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi dell’11% implica un’impennata del costo della vita pari a 2.858 euro; terza la Liguria, +13,6%, con un rincaro annuo di 2.806 euro.

La regione meno costosa è la Basilicata, +9,3%, pari a 1.801 euro, seguita dalla Calabria (+11,2%, +2.049 euro). Medaglia di bronzo per la Puglia (+12,7%, +2.056 euro). Allargando lo sguardo all’inflazione media nazionale, nel 2022 è pari all’8,1%, più di sei punti percentuali rispetto al 2021, quando era ferma all’1,9%.

“I dati dell’inflazione implicano che nel 2022 una coppia con duefigli ha pagato 700 euro in più rispetto al 2021 per poter mangiare e bere. Una famiglia media ha avuto una stangata per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche pari a 513 euro, cifra che sale a 632 per una coppia con un figlio e che arriva a 836 euro per le coppie con 3 figli” ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

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