
Coronavirus e lavoro, crollano le assunzioni nel privato (-26,8%)
PALERMO - L’emergenza sanitaria causata dal Covid 19 non poteva non avere gravi conseguenze sul mondo del lavoro. I dati lo dicono chiaramente: in un’analisi svolta dall’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, sui dati dell’archivio delle comunicazioni obbligatorie delle aziende in riferimento ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato e determinato nel settore privato. E i risultati sono catastrofici: se il primo bimestre aveva segnato valori moderatamente positivi, il lockdown ha segnato una caduta dei valori a circa il 40% in negativo in media in Italia.
In Sicilia si segna un +4% di assunzioni nei primi due mesi di quest'anno, poi nel periodo dell'inizio lockdown il crollo è stato del 39%, e nella fase finale tra maggio e giugno si è arrivati ad un più moderato -20%. Dati terribili ma sicuramente tra i meno catastrofici rispetto al resto d'Italia. Il recupero segnato tra il 4 maggio e il 30 giugno ha permesso di guadagnare in parte questo grave peggioramento, che nei primi sei mesi dell’anno ha segnato in media un valore negativo del 20%. La caduta in verticale dei dati riguarda comunque tutto lo stivale: dati ancora peggiori di quelli siciliani sono stati registrati in Sardegna, Basilicata, Campania, Lazio, Toscana, Val d’Aosta e Lombardia. E comunque in nessuna regione sono stati registrati valori positivi o comunque vicino allo zero: le migliori condizioni sono state registrate in Puglia, che segna un valore di circa il 15% in negativo.
In termini nazionali, la dinamica fortemente negativa durante la prima fase della crisi pandemica ha comportato, tra il 23 febbraio e il 3 maggio, una perdita, rispetto allo stesso periodo del 2019, di oltre 902mila attivazioni, con una contrazione del 51,5%. Il progressivo superamento delle restrizioni imposte dal lockdown a partire dal 4 maggio rivitalizza, almeno parzialmente, i flussi delle attivazioni: dall’inizio dell’anno al 30 giugno 2020 si registra un volume di attivazioni pari a 1 milione e 161mila unità, ridimensionando il gap rispetto al 2019 al -25,7%. Rimane, comunque, elevato il deficit complessivo nel volume di contratti attivati che, al 30 giugno ammonta a 3milioni 504mila unità, vale a dire oltre 1milione 281mila contratti in meno rispetto al 2019, con una contrazione complessiva del 26,8%.
La contrazione delle attivazioni ha interessato l’intero territorio nazionale, con particolare intensità nelle aree Centro-Settentrionali del Paese dove, in termini tendenziali, la riduzione dei nuovi rapporti di lavoro arriva a superare, a fine periodo, il 30%. Meno intenso è l’effetto della crisi sanitaria sulle aree del Mezzogiorno, anche in ragione dell’elevata incidenza del settore agricolo in tali regioni, settore che ha risentito solo parzialmente della riduzione delle assunzioni. Ma è nell’area Centro-Settentrionale che la fase di lockdown ha inciso maggiormente. Tra il 23 febbraio e il 3 maggio nelle regioni centrali la variazione tendenziale delle attivazioni contrattuali è stata del -58,2% e nelle regioni del Nord si è attestata su valori intorno al -55%. Se guardiamo ai dati leggendoli per settore, i servizi all’alloggio e alla ristorazione sono i più colpiti dalla crisi dovuta all’emergenza sanitaria, con una contrazione complessiva che sfiora il 52% e risulta, sia nel periodo compreso tra il 23 febbraio e il 3 maggio 2020 che in quello successivo, il settore che segna la riduzione più marcata, rispettivamente pari all’83,9 e al 45,8%. Si tratta di quasi 556mila assunzioni in meno rispetto al 2019, pari al 43,4% del totale della contrazione nei flussi delle attivazioni.
La fine del periodo di chiusura ha inciso relativamente meno anche sul settore delle attività artistiche e sportive che rimane, insieme al comparto precedente, quello che maggiormente ha sofferto gli effetti del fermo delle attività, con una perdita complessiva del 43,1% nel volume dei contratti attivati da inizio anno, per un totale di oltre 77mila attivazioni in meno. Così come il settore dell’istruzione e dei servizi di informazione e comunicazione che, in termini relativi, segnano le perdite maggiori nelle attivazioni dal 4 maggio in poi.
Articolo precedente Maltempo in Sicilia, tromba d'aria a Catania, Nello Musumeci annuncia lo Stato di calamità
Articolo successivo Catania, sopralluogo di Musumeci per i danni del maltempo
Lascia una risposta