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Caos Formazione in Sicilia: ora è polemica tra gli enti

Caos Formazione in Sicilia: ora è polemica tra gli enti

Caos Formazione in Sicilia: ora è polemica tra gli enti

Mentre la formazione professionale in Sicilia continua a stagnare, gli enti datoriali si dividono e si pongono su fronti opposti. Da una parte Federterziario Sicilia, Forma Sicilia, Cenfop Sicilia, Forma.Re., Asef, Anfoèp Sicilia, che già nei giorni scorsi avevano espresso con particolare veemenza la propria preoccupazione per l’andamento del settore. Dall’altra però si contrappongono Assofor e Iform Comprimpresa Italia. La polemica a distanza nasce in seguito alla presa di posizione di Federterziario Sicilia, Forma Sicilia, Cenfop Sicilia, Forma.Re., Asef, Anfop Sicilia che hanno espresso forti preoccupazioni sull’andamento del settore e sul futuro dei lavoratori che ormai da anni si ritrovano in bilico nell’attesa di una prospettiva di stabilità e continuità.

L’appello

Assofor e Iform Confimpresa Italia fanno partire un appello con una lettera rivolta alle figure istituzionali, a partire dal presidente della Regione Renato Schifani, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, per proseguire con l’assessore dell’Istruzione della formazione professionale, Girolamo Turano, e l’assessora della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, Nuccia Albano. Innanzitutto, Assofor e Iform mettono in dubbio la effettiva rappresentatività che le altre associazioni datoriali si arrogano, “senza però palesare all’opinione pubblica dati a supporto – si legge nella nota congiunta - e nemmeno mettendo in campo idee che aiutino soprattutto chi ha il compito di governare e amministrare”. Invece, continuano, “in un momento di difficoltà complessiva della Regione, allorquando si devono avviare importanti azioni di programmazione, gestione, monitoraggio e rendicontazione, lascia basita la volontà di favorire divisioni e contrapposizioni, di indicare azioni lesive e limitative rivolte contro colleghi di altri Enti, per trarne un vantaggio per il proprio”.

Dive nascono le frizioni

Contrapposizioni che nascono, secondo Federterziario Sicilia, Forma Sicilia, Cenfop Sicilia, Forma.Re., Asef, Anfop Sicilia, dalla scelta della Regione di non tutelare tutti gli enti, come nel caso del bando relativo ai corsi di quarto anno per under 23, fuoriusciti dal classico iter scolastico, per l’anno 2023/24. In questo avviso, un singolo ente di formazione può accaparrarsi fino al 30% di tutta la dotazione finanziaria, con il rischio della concentrazione in mano a pochi enti dei quasi 17 milioni di euro messi a disposizione. Al contrario, Assoform e Inform  richiedono alle istituzioni di rimanere al di sopra di tutte le parti, “a garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali, quali sono la libera iniziativa economica e la concorrenza”. Ancora, le prime associazioni datoriali lamentano la stasi del programma Gol, il mega progetto nazionale da 4,4 miliardi, pensato in buona parte per i percettori di reddito di cittadinanza, che da agosto rimarranno in gran parte senza sussidio. Senza dimenticare poi le difficoltà nel ricevere quanto dovuto da parte della Regione: “Il settore della formazione professionale in Sicilia – scrivono – non è più in grado di sostenere gli impegni assunti con i lavoratori del settore”.

"Inutile dichiarare lo stato di crisi"

Nella ricostruzione dell’attuale stato del settore, invece, Assofor e Iform definiscono “sbagliato dichiarare lo stato di crisi di un comparto, solo per trarre un ingiusto vantaggio per sé stessi e un danno per gli altri”. In conclusione, quindi Assoform e Iform chiedono “l’istituzione di un tavolo di confronto permanente del settore formazione professionale e politiche attive del lavoro, a tutela di tutti gli operatori del settore, al fine di scongiurare un’altra stagione di ricorsi paralizzanti e la tenuta sociale dei servizi formativi e del lavoro privati che operano in stretta sinergia e collaborazione con i servizi pubblici”.

Troppa burocrazia nel sistema

Anche Cisl Sicilia ha voluto dire la propria al riguardo in questi giorni mettendo in risalto, a suo dire, che nel meccanismo della formazione professionale regionale c‘è qualcosa che non gira. Su è parlato della necessità di un riordino del sistema e garanzie di stabilità e retribuzione per i lavoratori. Così si sono espressi Paolo Sanzaro, della segreteria della Cisl Sicilia, e Honoré Federico, coordinatore regionale della Formazione professionale Cisl. Per il sindacato, vanno rivisti in termini di celerità e sburocratizzazione i percorsi di programmazione e gestione delle attività. Per fare ciò, “va dotata la macchina amministrativa regionale delle risorse umane necessarie a un’offerta formativa che sia stabile, di qualità, al passo con i tempi e in linea con le esigenze e le mutazioni del mercato”.

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