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Flop tirocini formativi in Sicilia. Uno su tre rinuncia prima d’iniziare

Flop tirocini formativi in Sicilia. Uno su tre rinuncia prima d’iniziare

Flop tirocini formativi in Sicilia. Uno su tre rinuncia prima d’iniziare

PALERMO - L’avviso 20/2018, per il sostegno allo svolgimento dei tirocini formativi, si sta rivelando un fallimento in Sicilia. Quello che dovrebbe essere un sostegno a tanti giovani che vogliono cominciare un tirocinio per una professione ordinistica.

Su un totale di 2.258 domande ammesse e finanziate, già in 786 hanno formalmente rinunciato non firmando alcuna convenzione. Sono appena state pubblicate dal dipartimento regionale del Lavoro le note dell’avvio del procedimento di revoca, nelle diverse finestre temporali dell’avviso (in tutto tre e già completate). Per la prima finestra, per la quale erano stati messi a disposizione quasi 6 milioni di euro, a favore di 817 beneficiari, è stata registrata la rinuncia di 204 soggetti. Per la seconda finestra, invece, è stato assunto un impegno di spesa complessivo di poco più di 4 milioni di euro, per 752 beneficiari; di questo gruppo, ben 270 non hanno stipulato la convenzione entro il termine fissato, rinunciando automaticamente ai fondi. Infine, per la terza finestra, che prevedeva la spesa di circa 5 milioni di euro per 689 giovani che volessero svolgere il tirocinio, a rinunciare sono stati 312.

Numeri altissimi, per un avviso che voleva essere un grande incentivo per tanti giovani che, dopo la laurea, si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro. L’avviso è stato pensato e indirizzato ai giovani in età compresa tra i 18 e i 35 anni compiuti all’atto della presentazione della domanda di partecipazione e, nel caso delle professioni in cui è previsto il tirocinio o la pratica professionale obbligatoria, regolarmente iscritti al registro dei praticanti presso l’ordine o il collegio professionale di competenza. Un aiuto concreto, per i giovani che possono in questo modo ricevere una indennità di partecipazione per lo svolgimento di tirocini obbligatori e non obbligatori nell’ambito delle professioni ordinistiche, ricevendo un mensile di 600 euro per 12 mesi, periodo nel quale in genere non si riceve alcun compenso o al massimo un rimborso spese, un altro anno in cui molti giovani si trovano quindi a gravare sulle spalle delle proprie famiglie o devono fare doppi lavori per potersi mantenere.

Prerequisito, la laurea o il titolo di studio necessario per l’accesso alla professione ordinistica che si intende intraprendere nel caso in cui non sia previsto un periodo di pratica professionale obbligatoria, con il solo limite del voto di laurea minimo di 90/110 per i laureati o 90/100 per i diplomati. La graduatoria definitiva dei tirocini ammessi a finanziamento è stata via via approvata con decreto dirigenziale, prevedendo tre finestre temporali per la presentazione delle domande, con tempistiche tali da permettere a chi fosse stato escluso dalla graduatoria già emesso.

Nello stesso decreto sono state fissate le procedure di gestione del tirocinio da parte dei soggetti ospitanti, che dovranno assicurare la regolare compilazione, firma e conservazione del registro tirocini rilasciato dal Dipartimento Lavoro. Ancora, la ditta dovrà provvedere agli oneri derivanti dall’attuazione del tirocinio relativi a Inail e Rct per il tirocinante e la sua formazione sulla sicurezza, secondo i canoni di legge. Sempre in sede sarà messa a disposizione un’autocertificazione, attestante lo svolgimento delle attività da parte del tirocinante, con l’indicazione delle ore mensili effettuate e la percentuale raggiunta.

Il tirocinante, da parte sua, è tenuto a svolgere il tirocinio professionale senza interruzioni assicurando una presenza continuativa accertata attraverso la firma di un registro di presenza. Ancora, deve redigere, con cadenza bimestrale, una relazione dettagliata sull’attività svolta, comprensiva di una autovalutazione riguardo al conseguimento degli obiettivi formativi previsti e completa del prospetto di riepilogo delle ore di tirocinio realizzate. Questa relazione deve essere controfirmata dal tutor professionale e vistata dall’ordine o collegio di riferimento.

Intanto sulla serie di rinunce all'assessorato regionale al Lavoro non riescono a darsi delle spiegazioni. Si ipotizza che ci siano stati tempi troppo lunghi tra la richiesta del tirocinante e la sua materiale immissione in servizio. “Tempi troppo lunghi tra la domanda e l'avvio delle attività? Io non direi - sostiene Rosanna Volante, dirigente del Servizio II Programmazione Fse e Pac del dipartimento regionale del Lavoro - anche perché non sono stati così eccessivi. L'accessibilità e la formulazione della domanda erano abbastanza semplici, è difficile poter dare una spiegazione al perché di così tante rinunce. Magari nel frattempo queste persone si sono mosse contemporaneamente in altri ambiti e hanno quindi scelto un'altra strada, o forse ci sono delle responsabilità dei tutor che hanno fatto scadere i termini per la sottoscrizione della convenzione”.

 

di Michele Giuliano

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