Il contenzioso tra la Regione Siciliana e i lavoratori forestali precari non si è ancora concluso. Nonostante il recente parere della Commissione Europea, che ha escluso la presenza di abusi nella gestione dei contratti stagionali, la procedura d’infrazione 2014/4231 rimane formalmente aperta, in attesa della pronuncia definitiva del Parlamento Europeo.
Il parere della Commissione UE: nessun abuso rilevato
Nelle scorse settimane, la Commissione Europea ha trasmesso un parere – inviato al Dipartimento per gli Affari europei della Presidenza del Consiglio – in cui si chiarisce che i contratti stagionali stipulati con i forestali non possono essere considerati successivi, in quanto intervallati da diversi mesi di inattività.
La nota cita la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, secondo la quale un intervallo di almeno 60 giorni tra due contratti è sufficiente a escludere la continuità del rapporto di lavoro. Sulla base di questa interpretazione, la Commissione ha deciso di non approfondire ulteriormente la questione.
La petizione Fasano e l’inizio del contenzioso
Tuttavia, la vicenda ha radici lontane. Lo Studio Legale Fasano ha infatti promosso, oltre otto anni fa, una petizione (0171/2018) presso l’Unione Europea contro quello che definisce “abuso nella successione di contratti a termine”, a tutela di circa 1.800 forestali stagionali. La questione si è trasformata in una vera e propria procedura di infrazione comunitaria, con potenziali ricadute economiche rilevanti per la Regione: si stima che oltre 18.000 lavoratori – tra settantottisti, centunisti e centocinquantisti – potrebbero avanzare richieste risarcitorie milionarie.
Il chiarimento del Parlamento Europeo: infrazione ancora attiva
Diversamente da quanto riportato da alcune testate, la procedura non è stata archiviata. Lo ha ribadito l’avvocata Angela Fasano, che assiste circa 3.000 lavoratori e ha ricevuto conferma diretta dalla presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, Dolores Montserrat.
“La petizione è ancora in corso”, ha dichiarato Fasano, aggiungendo che, in caso di chiusura, lo studio legale sarebbe stato informato con un preavviso di quattro settimane per poter presentare controdeduzioni. Il Parlamento Europeo ha inoltre sottolineato che il parere della Commissione non è vincolante e non interferisce con la decisione finale, che potrebbe arrivare entro tre anni.
La posizione della Regione Siciliana
Dal canto suo, la Regione Siciliana non arretra. L’assessore al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, ha dichiarato che “non si configura alcun abuso”, richiamando l’interpretazione fornita dalla Commissione UE. “La nostra linea difensiva è fondata – ha affermato – e abbiamo il massimo rispetto per il personale coinvolto”.
Savarino ha inoltre spiegato che, trattandosi di una comunicazione istituzionale interna, la Regione ha preferito non divulgarne pubblicamente il contenuto.
Il nodo giurisprudenza: la replica dell’avvocato Fasano
Secondo l’avvocata Fasano, però, si tratta di una lettura fuorviante. “Non esiste alcuna sentenza della Corte di Giustizia UE riferita al caso dei forestali siciliani”, ha sottolineato. “Richiamare una giurisprudenza che riguarda altri comparti non è corretto: se si cita una sentenza, bisogna fornire gli estremi. In assenza, si tratta solo di un’interpretazione priva di valore giuridico”.
L’unica giurisprudenza favorevole ai lavoratori, secondo Fasano, è quella della Corte di Cassazione italiana, che ha già espresso orientamenti significativi in favore della stabilizzazione.
I prossimi sviluppi: audizione in Commissione Peti
Nel frattempo, l’avvocato Fasano ha presentato istanza per essere nuovamente audita dalla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo. Il caso resta aperto, e il confronto tra Bruxelles e Palermo è tutt’altro che concluso.
Antonino Lo Re
Lascia una risposta