fbpx

I diplomati che lavorano, la Sicilia è fanalino di coda

I diplomati che lavorano, la Sicilia è fanalino di coda

I diplomati che lavorano, la Sicilia è fanalino di coda

Il diploma in Sicilia ha ormai uno scarsissimo valore per il mondo del lavoro. Per chi esce dalle scuole superiori e non ha intenzione di continuare a studiare, le probabilità di cominciare a lavorare subito sono veramente poche: sull’Isola, infatti, sono mediamente 261 i giorni di attesa, quasi nove mesi, per la prima occupazione. Lo dice Eduscopio.it, il portale che riporta i dati relativi agli esiti successivi della formazione secondaria – i risultati universitari e lavorativi dei diplomati – per trarne delle indicazioni di qualità sull’offerta formativa delle scuole da cui essi provengono. Per farlo il portale si avvale dei dati amministrativi relativi alle carriere universitarie e lavorative dei singoli diplomati raccolti dai ministeri competenti.

I dati siciliani sono deprimenti: l’indice di occupazione si ferma al 27,49% a due anni dal diploma: si sale al 32,80% se ci si concentra su coloro che stanno svolgendo una professione coerente con quanto studiato, mentre si scende al 14,93% per quelle che vengono definite “professioni trasversali”.

Il 52,27% dei diplomati, invece, ha dovuto approcciarsi ad una posizione lavorativa estranea a quanto studiato. Dei lavoratori, inoltre, appena il 18,35% è riuscito ad ottenere un contratto a tempo indeterminato, contro il 52,99% che invece svolge lavori temporanei, mentre il 28,66% sta svolgendo attività di apprendistato. I numeri sono ancora più drammatici se li si confronta con quelli registrati nelle regioni del Nord: il Veneto registra un indice di occupazione del 67,04%, il più alto nella penisola, e un tempo di attesa per il primo impiego di 160 giorni, poco più di 5 mesi.

Una condizione, quella siciliana, evidentemente inaccettabile: in uscita dalla scuola secondaria di I grado, molti studenti scelgono percorsi di studio professionalizzanti come quelli offerti dagli istituti tecnici e professionali proprio per avere maggiori chances di trovare rapidamente un impiego dopo il conseguimento della maturità. Per questa ragione la missione principale degli istituti tecnici e professionali è quella di fornire competenze adeguate e immediatamente spendibili in termini lavorativi, curando in particolare la delicata fase di avvicinamento e ingresso al mondo del lavoro (transizione scuola-lavoro).

Eppure, in Sicilia, all’uscita dalla scuola, non si riesce a creare un incontro domanda-offerta che sia soddisfacente. Ed è un controsenso con quella che è l’impostazione del sistema educativo e formativo regionale: la regione, infatti, è la terza in Italia per numero di istituti professionali, ben 330, il 9,46% del totale nazionale. Di conseguenza, anche il numero dei diplomati è tra i più alti in Italia: la regione si pone al quarto posto, con l’8,45% del totale nazionale, dietro solo a Lombardia, Campania e Veneto.

redazione

Articoli simili

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi