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Imprese, formazione e aggiornamenti personale: Sicilia solo settima in Italia

Imprese, formazione e aggiornamenti personale: Sicilia solo settima in Italia

Imprese, formazione e aggiornamenti personale: Sicilia solo settima in Italia

Formarsi e aggiornarsi nel settore lavorativo di competenza è ormai una necessità indiscutibile per chiunque voglia rimanere al passo e possibilmente, auspicare ad una posizione lavorativa ancora migliore. E molte imprese siciliane hanno voluto approfittare delle possibilità offerte dal “Fondo nuove competenze”, le cui risorse sono gestite dall’Anpal, che ha così finanziato progetti di aggiornamento professionale per i lavoratori, a livello nazionale, per 547 milioni di euro.

Formazione, in Sicilia 12.532 lavoratori coinvolti

Secondo i dati riportati dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti a livello nazionale a fronte di 6.724 contributi erogati, 3.277 hanno riguardato imprese dell’area Sud e Isole. I dati siciliani riportano la formulazione di 614 istanze, che coinvolgono 21.499 lavoratori, per un totale di 4.319.864 ore di formazione e un costo di 58.487.410,60 euro. Le istanze ammesse sono state 297, con 12.532 lavoratori coinvolti, 2 milioni e mezzo di ore e un finanziamento di 34,54 milioni di euro. In termini economici per la Sicilia, si tratta di finanziamenti per il 4% del totale nazionale e il 3% dei lavoratori, sempre su base nazionale.

Nella lista delle regioni, questi numeri portano la Sicilia al settimo posto della classifica; il maggior numero di istanze presentate ha la sua sede nella regione Campania; la Lombardia, al contrario, è la regione che emerge per il più alto importo richiesto per la realizzazione degli interventi formativi (399.662.652,18 euro), a favore di 213.048 lavoratori e per un totale complessivo di 22.823.855 ore. Se si guarda alle istanze ammesse, sull’intero territorio nazionale il maggior numero – pari a 3.277 – è riferibile alle imprese dell’Area Sud e Isole; la Campania emerge con il 24,87 per cento delle istanze ammesse al contributo, mentre la Lombardia spicca con il 35,95 per cento dei lavoratori interessati agli interventi autorizzati, il 29,97 per cento delle ore in rimodulazione e il 34,35 per cento delle risorse nazionali autorizzate.

Le esclusioni sono state dovute a cessazione, inattività, fase di liquidazione dell’azienda, irregolarità del Durc (il documento unico di regolarità contributiva); ancora, il parere negativo a specifici progetti formativi da parte delle regioni competenti, la comunicazione di informazioni non corrette o non emendate dall’azienda, nonché l’assenza di requisiti da parte del sindacato firmatario dell’accordo.

La scelta di “approfittare” dei fondi messi a disposizione nasce anche dalla consapevolezza, in virtù dei cambiamenti imposti dalla pandemia, che la riqualificazione e l’innovazione nelle forme organizzative ed imprenditoriali sono elementi necessari per la competitività e la sostenibilità economica delle imprese e per il raggiungimento di un positivo impatto sociale.

redazione

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