Nel 2025, sono previste significative modifiche per quanto riguarda le indennità di disoccupazione, come la Naspi, e altre misure di sostegno per i disoccupati. Tali cambiamenti riguardano sia gli aspetti normativi che economici, con l’obiettivo di contrastare abusi del sistema da parte di chi cerca di ottenere il beneficio indebitamente. Inoltre, l’importo massimo della Naspi sarà aumentato grazie alla rivalutazione, ma le nuove regole riguarderanno solo chi perderà il lavoro dal 1° gennaio 2025 in poi.
Novità sul calcolo dell’importo della Naspi
La Naspi attuale viene calcolata sulla base della retribuzione media degli ultimi 4 anni. Chi guadagna fino a 1.425,21 euro al mese riceve il 75% dell’importo, mentre la parte restante è pari al 25%. L'importo massimo attuale è di 1.550,42 euro. Tuttavia, dal 2025, grazie alla rivalutazione, l’importo massimo della Naspi salirà a 1.562,82 euro, con l'aumento che si applica solo alle persone che perderanno il lavoro dopo il 1° gennaio 2025. Per chi già percepisce la Naspi, l’importo resterà invariato, ma a partire dal 6° mese (8° mese per gli over 55) scatta una riduzione del 3% ogni mese.
Stop ai “furbetti” della Naspi
Un’altra importante novità riguarda l’introduzione di nuove norme contro i “furbetti” della Naspi, cioè coloro che si fanno licenziare per poter percepire l’indennità, invece di dimettersi volontariamente. Con il nuovo disegno di legge “Collegato lavoro”, che dovrebbe essere approvato dal Senato, se un dipendente supera le 15 assenze ingiustificate, la risoluzione del contratto verrà considerata come una sua dimissione, precludendogli l’accesso alla Naspi.
La piattaforma Siisl
A partire dal 2024, i disoccupati che beneficiano della Naspi o della Dis-Coll sono stati iscritti automaticamente alla piattaforma Siisl, gestita dall’Inps. I beneficiari devono aggiornare i propri dati, completare il Patto di attivazione digitale, e integrare il proprio CV entro 15 giorni dall’inizio della prestazione. La piattaforma consente anche l’accesso a offerte di lavoro e opportunità formative. Tuttavia, chi non adempie a questi obblighi rischia di incorrere in sanzioni, come previsto dalla normativa vigente.
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