A partire dal 2027, per accedere alla pensione di vecchiaia saranno necessari 67 anni e 3 mesi di età, mentre per la pensione anticipata serviranno 43 anni e 1 mese di contributi. Dal 2029, il requisito contributivo per la pensione anticipata aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi.
Preoccupazioni della CGIL
Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della CGIL, ha evidenziato come l’aggiornamento dei criteri di calcolo delle pensioni comporti un aumento significativo dei requisiti di accesso. Lara Ghiglione, della segreteria confederale, ha espresso forti critiche, denunciando la mancanza di trasparenza e il rischio di gravi conseguenze sociali, come l’aumento degli esodati e l’assenza di tutele per molti lavoratori. La CGIL chiede chiarimenti urgenti all’INPS e ai Ministeri competenti.
Cosa cambia e cosa resta
Conferme
- Quota 103: Pensionamento a 62 anni con 41 anni di contributi, ma decorrenza ritardata di 7 mesi per chi matura i requisiti nel 2025.
- Ape Sociale: Accessibile a 63 anni e 5 mesi per disoccupati con 30 anni di contributi, caregiver, o persone che assistono disabili gravi conviventi.
- Opzione Donna: Pensionamento a 57 anni (58 per autonome) con 35 anni di contributi, riservato a lavoratrici con particolari requisiti come licenziamento, disabilità o assistenza a disabili gravi.
Novità
- Fondi Pensione: Lavoratori con sistema contributivo potranno accedere alla pensione anticipata a 64 anni integrando la rendita di fondi pensionistici con quella INPS.
- Bonus Maroni: Incentivo per chi ritarda il pensionamento, con restituzione in busta paga dei contributi versati (circa 9,19% della retribuzione).
- Pensioni Minime: Mini-aumento previsto per il 2025, con un incremento da 614,77 a circa 617 euro.
L'impatto dei cambiamenti
Le modifiche, se confermate, porteranno a un inasprimento delle condizioni per l’accesso alla pensione, con ripercussioni su lavoratori e famiglie. I sindacati sottolineano l’urgenza di un dialogo trasparente per evitare ulteriori disuguaglianze sociali.
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