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Rdc e lavoro ai disoccupati: il “flop” dei navigator, i dati in Sicilia

Rdc e lavoro ai disoccupati: il “flop” dei navigator, i dati in Sicilia

Rdc e lavoro ai disoccupati: il “flop” dei navigator, i dati in Sicilia

Anche nel 2021 in Sicilia il Reddito di cittadinanza si è dimostrato essere un fallimento sotto il profilo dell’inserimento lavorativo. E con esso anche l’apparato che è nato (e pagato) che dovrebbe favorire la ricollocazione dei disoccupati.

Il report 2021 di Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, fotografa la condizione occupazionale dei beneficiari del Rdc e sulla Sicilia il quadro non è confortante: in media, a sei mesi dal ricevimento del primo beneficio, solo il 14,8% del totale ha ottenuto almeno un contratto lavorativo. A 12 mesi, la percentuale sale ad appena il 15,4%. La media è ben al di sotto di quella nazionale, che arriva al 22,7% al sesto mese dal primo beneficio e arriva al 23,2% a un anno di distanza.

La Sicilia presenta i peggiori numeri

I dati dicono che nella nostra Isola i vicini al mondo del lavoro che lavorano dopo sei mesi sono il 34,9%, mentre i lontani sono appena il 3,5%. La situazione rimane quasi invariata dopo un anno dal primo beneficio: la percentuale di lavoratori tra i vicini al mondo del lavoro rimane invariata, mentre quella dei lontani sale ad appena il 4,8%. Anche in questo caso, i valori rimangono sempre al di sotto della media nazionale, che arriva al 42,3% e al 4,7% a sei mesi, e al 41,8% e al 6,2% a un anno.

La disaggregazione del dato per regione conferma le conosciute dinamiche del mercato del lavoro locale, con i beneficiari del reddito nelle ripartizioni del Nord Italia e del Centro che presentano complessivamente i valori più elevati di nuova occupazione. In particolare, sono le regioni del Nord-Est a presentare la maggiore quota di beneficiari con nuova occupazione in misura (44%) seguite dalle Regioni del Nord-Ovest e Centro, rispettivamente 35,8% e 34,2%. Valori minori si registrano nelle regioni del Mezzogiorno: 27,5% nel Sud e 25,7% nelle Isole.

Proprio in queste ultime ripartizioni, infatti, si registrano i valori più bassi, con Campania e Sicilia, rispettivamente al 22,5% e al 23,8%, a fronte di valori prossimi o superiori al 50% per Valle D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Trento.

redazione

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